(28-04-2020) Le missioni internazionali di pace all’estero vedono coinvolti diversi attori nell’assolvimento dei compiti assegnati al raggiungimento della stabilità nell’area di competenza, del monitoraggio e della cessazione delle ostilità, del supporto alla popolazione e della formazione dei soggetti per la sicurezza locale.
E’ importante tratteggiare la presenza e l’opera che l’Ordinariato Militare per l’Italia svolge in maniera capillare ed efficace attraverso i propri cappellani militari in tali delicati contesti. Essi, oltre a garantire il fondamentale servizio di assistenza spirituale agli uomini in uniforme e ad essere un validissimo supporto per i comandanti, si distinguono, nell’alveo delle varie specificità e articolazioni interne, per la possibilità di dialogo con le realtà religiose, soprattutto di confessione diversa da quella cattolica, e per il coordinamento-ponte delle attività umanitarie dalle strutture caritative nazionali a quelle internazionali.
Il dialogo ecumenico e interreligioso rappresenta un punto cardine nei territori afflitti da animosità, considerata l’incidenza e lo spessore che la fede esercita sulle dinamiche interne e sugli equilibri sociali e politici. Tale raccordo è una vera e propria “password” che permette l’instaurarsi ed il consolidamento di rapporti collaborativi e soprattutto di vicinanza trasversale alle varie etnie e fedi di cui la popolazione è composta.
Dal Kosovo, al Libano, all’Iraq, rapporti e iniziative in questa direzione sono non solo valori aggiunti ma soprattutto chiavi ermeneutiche e osservatori privilegiati che permettono di leggere e interpretare le diverse realtà con una visione oggettiva e complementare e quindi meglio finalizzata alla pianificazione di un supporto mirato ed efficace.
Il collegamento sul supporto umanitario tra le realtà ecclesiali o associazioni nazionali e le realtà dei teatri operativi, invece, aggiunge ed incrementa in maniera sensibile l’attività CIMIC, ma soprattutto svolge l’importante funzione formativa/informativa in patria, sugli scopi umanitari e quindi di pace, che tali missioni perseguono.
In particolare, è riconosciuta a livello internazionale la cosìdetta “via italiana” del peacekeeping, di cui l’Ordinariato Militare con i suoi cappellani è parte attrice imprescindibile in ogni contesto operativo.
Infine la capacità di proiezione dell’Ordinariato Militare, in realtà tanto diversificate quanto difficili e per lunghi periodi, offre ulteriori importanti garanzie di accreditamento a favore dei contingenti: il cappellano militare italiano, a differenza degli speculari internazionali, vince sulle relazioni interne e soprattutto esterne, aprendo possibilità di interazione ed integrazione vincenti in termini di rapporti istituzionali e credibilità.
(Gen. Diodato Abagnara)