(07-04-2022) Il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presieduto la celebrazione del precetto Pasquale per gli allievi della scuola di addestramento e specializzazione della Guardia di Finanza della sede di Orvieto. Il Cardinale giunto alla caserma si è potuto intrattenere in un incontro con i 140 allievi e con gli ufficiali addetti alla loro formazione con una riflessione e una discussione relativa alla situazione attuale delle Chiese Orientali con particolare attenzione alla situazione dell’Iraq, della Siria, e purtroppo al sanguinoso conflitto in Ucraina. Successivamente ha toccato alcuni elementi dei rapporti tra lo stato italiano, la Repubblica italiana e la Santa Sede.
In seguito, la comunità si è spostata presso il Duomo di Orvieto dove il Cardinale Sandri è stato accolto e salutato dal Vescovo, Sua Eccellenza Monsignor Gualtiero Sigismondi, che ha presentato brevemente la situazione della diocesi e del presbiterio. Il Cardinale ha poi presieduto la Santa Messa, servita e animata dagli allievi della scuola di formazione della Guardia di Finanza, ecco di seguito alcuni stralci dell’omelia:
(…) Voi siete persone che si sono messe a servizio alla Nazione e alla sua comunità, e in questo tempo della vostra vita vi state dedicando ad una formazione e ad un addestramento specifici. Sull’altare quest’oggi portiamo insieme al pane e al vino le vostre vite, il vostro contesto di provenienza, le vostre famiglie, le persone a voi care, quelle che avete servito e andrete a servire mettendo a disposizione le competenze e la professionalità che vi contraddistingue (…)
La Parola di Dio che è stata proclamata ci fa incontrare l’esperienza del popolo di Israele nel deserto, che ad un certo punto inizia a lamentarsi con Mosè e alla fine giunge a criticare Dio stesso: è una esperienza continua che diventa paradigma di quella umana attraverso i tempi (…) Anche ai nostri tempi, tra i potenti delle Nazioni, c’è chi è accecato dallo sguardo ad un passato di potere imperialista, e avvelenato da questa visione è capace di spargere morte e devastazione, calpestando la vita e la dignità di coloro che sono aggrediti, ma in fondo anche quella di quelli cui è chiesto per obbedienza di macchiarsi di tali orrendi crimini. Quanto sagge e profetiche sono state le parole del Santo Padre ispirate a San Francesco nella Fratelli tutti: costruire un mondo nuovo senza più alcuna aberrazione, mettendo sempre in evidenza e difendendo la dignità di ogni uomo e la fraternità, e in questo modo edificare una nuova civiltà, in cui la pace, il rispetto reciproco, la conciliazione e il dialogo sia vissuti quotidianamente.
Gesù nel Vangelo, in uno dei dialoghi serrati con i suoi oppositori che alla fine decreteranno la sua condanna a morte, ci mette di fronte in fondo alla sfida fondamentale: egli sente profondo e decisivo il suo legame col Padre, ed anche sulla Croce, in quel profondo strazio e tormento si affiderà a Lui dicendo “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” e: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”. Chi compie il male si fa forte di una solidarietà nel male, come accadrà tra gli storici nemici Pilato, Governatore Romano, il re Erode, e i capi del Sinedrio decidendo di crocifiggere Gesù: in realtà il cuore di ciascuno di loro è sprofondato in un abisso desolato di solitudine, disperato, come sarà Giuda che alla fine non resisterà scegliendo di togliersi la vita. Gesù però offrirà la sua vita per l’umanità perdonando anche i propri nemici, offrendo senza riserve la salvezza, purché ciascuno impari a guardare, a sollevare i propri occhi verso di Lui.