L’Aquila – Il Card. Petrocchi alla Scuola Ispettori e Sovrintendenti

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(07-03-2023) Ieri, dietro invito del Comandante della Scuola Ispettori e Sovrintendenti GdF dell’Aquila, Gen. Div. Cristiano Zaccagnini, il Card. Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo dell’Aquila, ha rivolto un saluto ben augurale agli Allievi Marescialli del 94° Corso “Dodecanneso II” del Primo Anno di Studi.

Le parole di Sue Eminenza, piene di saggezza spirituale e riflessione psicologica, hanno arricchito il percorso di studi che gli Allievi stanno affrontando in campo economico, giuridico e finanziario con l’Università dell’Aquila.

Il momento di incontro vissuto, in un Auditorium gremito, dalla presenza dei giovani Allievi, insieme al quadro Istruttori e Ufficiali comandanti, nella giornata di martedì 28 febbraio, è stato significativo ed emozionante per il contenuto originale e profondo dell’intervento,

Dopo l’introduzione di benvenuto del Comandante Zaccagnini, che ha ricordato l’importanza della scuola di formazione come luogo dove tanti giovani uomini e donne in divisa imparano a svolgere il proprio lavoro, il Cardinale ha preso la parola enunciando alcuni principi sulla difficile “arte di vivere”, spronando a lavorare su se stessi per acquisire capacità di pensare e di riflettere autonomamente.

Decisivo per la crescita personale è imparare a scoprire i propri difetti e limiti per saperli correggere o rivedere anche con l’aiuto “dell’occhio” dell’altro che mi sta di fronte, e che mi aiuta a completare la visione che ho di me stesso. Alcuni miei difetti non riesco ad individuarli se non con l’aiuto dell’altro, ecco perché risulta assai importante e necessario vivere anche la vera amicizia.

Inoltre l’Arcivescovo ci ha ricordato la differenza tra informazione e comunicazione, tra gioia e piacere, e ha sottolineato la necessità di raffinare la nostra capacità di saper ascoltare perché “chi non ascolta non si ascolta”!

E’ importante, perciò, impegnarsi nel cammino di formazione, a saper affrontare le sfide della vita, come la barca che di fronte alle onde, nella peggiore tempesta, sa prenderle in obliquo, ne di fronte ne di lato, per non rovesciarsi e affondare, e per essere spinta in avanti.

Concludendo Mons. Petrocchi ha ricordato le declinazioni del verbo amare: essere amato, amarsi e amare, sottolineando che il verbo amare, oggi assai inflazionato, significa soprattutto volere il bene dell’altro, e che è possibile volerci bene insieme.

Don Luca Giuliani