«Dalle sue piaghe siete stati guariti» (1Pt 2,24)

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(02-04-2023) Lo scorso 30 marzo dalla Parrocchia Militare della Cecchignola ha avuto inizio la Via Crucis della X Zona Pastorale del Lazio che si è snodata per il viale dell’Esercito per concludersi nel piazzale interno della Scuola Allievi Cappellani Militari. Numerosa la partecipazione di famiglie, militari di tutte le Forze Armate e di Polizia, in particolare molti allievi delle Scuole Militari, una delegazione del P.A.S.F.A. di Roma e di Civitavecchia. Presenti anche le coppie di fidanzati del corso matrimoniale zonale. Un “popolo” di circa seicento persone che dietro il loro Pastore e Padre, l’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, Mons. Santo Marcianò, hanno pellegrinato per le vie della Città Militare seguendo tutti la grande Croce portata dai militari.

Ad ogni stazione della Via Crucis, Vescovo e fedeli hanno ascoltato la Parola di Dio e le meditazioni preparate quest’anno dai cappellani militari del Lazio. «Ecco Gesù condannato con i condannati. Egli è posto al rango dei ladri, dei violenti, degli assassini, dei corrotti, dei marci di ogni genere…: malati, disoccupati, senza diritti, condannati alla miseria, condannati a vivere lontano dalle loro case», ha scritto don Antonio Coppola per la prima stazione, “Gesù è condannato a morte”; mentre don Gianfranco Pilotto, meditando sulla terza stazione, “Gesù cade la prima volta”, vede nell’abbandono a Dio Padre il “segreto” per superare le difficoltà: «Ecco il segreto per ogni cristiano che si mette in viaggio: come Cristo, mettersi nelle mani del Padre che mai delude, che dona la forza di rialzarci, che ci ama anche nella nostra fragilità e Maria sà che ogni Chiesa è un rifugio che accoglie e ristora ogni pellegrino della vita». La meditazione di don Battista Pellegrino si fa preghiera accorata quando riflette sull’undicesima stazione, “Gesù è crocifisso”: «Guardo la croce fatta, realizzata con legno del barcone, ti vedo crocifisso. Chi ti crocifigge Cristo? Io ti crocifiggo Cristo? Ora è tempo di riflessione e meditazione, tempo di silenzio; è tempo di preghiera vera». Mons. Marcianò prima di concludere la Via Crucis con la benedizione e l’augurio a tutti i presenti di una Santa Pasqua, ha parlato della Croce come di una Croce che abbraccia ognuno, la gente fragile sofferente, ma che abbraccia anche i militari e le loro croci, ma nessuno è solo, perché – ha sottolineato il Vescovo – il ruolo dei cappellani militari è di mettersi a servizio delle croci dei militari, anzi di assumere le loro croci. Infine, l’Ordinario Militare ha concluso con un paterno consiglio: «Coltivate la grazia di questa sera e non disperdetela!» e ha ringraziato il decano del Lazio, don Salvatore Nicotra, il Seminario dell’Ordinariato Militare, i cappellani militari, le famiglie e i militari di tutte le Forze Armate presenti, la Banda della Scuola Trasporti e Materiali del Comando dei Supporti Logistici dell’Esercito che ha fatto pregare – ha detto Mons. Marcianò – con una «musica soffio dello Spirito: questa è la musica sacra che riscalda l’anima».

Don Massimo Carlino