“Il Risorto è il tutto della nostra vita”

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(10-04-2023) Si può racchiudere nel titolo di questa news il contenuto dell’omelia che l’Ordinario Militare ha tenuto nel corso della veglia pasquale in Santa Caterina a Magnanapoli.

Ne proponiamo in appresso alcuni passaggi testuali.

 

“Chi è il Risorto per noi? Le donne vanno al sepolcro sapendolo morto, ma cercandolo vivo. Dovremmo anche noi interrogarci sulla nostra fede che probabilmente, rispetto a quella delle donne che sono andate al sepolcro, dovrebbe essere una fede più viva, più consapevole”.

 

“Chi è per noi il Risorto? E’ una domanda alla quale dobbiamo dare una risposta in questa notte. Si corre altrimenti il rischio di partecipare a questa liturgia senza averlo incontrato. Potremmo interrogarci sulla partecipazione alla messa domenicale.  Ci andiamo per incontrare il Signore?  Per noi il Signore è vivo? È Risorto e mi interessa incontrarlo? Domanda inquietante, perché tutti corriamo il rischio di una certa aridìtà che non è positiva, è negativa perché frutto dell’abitudine , di una fede tiepida; è frutto dell’essersi assuefatti alle celebrazioni,  per cui si vive la ripetitività più che la novità. Questo deve forse preoccuparci”.

 

“Cercare per vedere il Risorto. Dovremmo interrogare la nostra capacità di intercettare la sua presenza dentro di noi prima di tutto. Cosa portiamo dentro, che vita viviamo?

Passare dal nulla al creato, dalla tristezza alla gioia, dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Dalle tenebre alla luce. Dentro di noi viviamo questo continuo passaggio, viviamo questa vita nuova oppure ci siamo rinchiusi dentro la vita vecchia? Prima di tutto dentro di noi dobbiamo vedere il Risorto. Bisogna vedere il Risorto negli altri, avere l’umiltà di saper vedere nei fratelli e nelle sorelle che ci stanno accanto la presenza del Risorto nella loro vita, nelle cose buone che loro vivono, che loro ci propongono, che loro fanno. Senza gelosie, senza invidie”.

 

“Quanto siamo piccoli! E quanta fatica facciamo ad accorgerci del Risorto. Perché spesso vediamo nell’altro un avversario, colui che dobbiamo superare perché ci sta superando, colui non che dobbiamo emulare perché fa del bene, ci propone il bene, ma che dobbiamo scansare perché fa meglio di noi. Dovremmo poter veder il Risorto in quei poveri, in quegli ammalati, in quei sofferenti che, pur nel dolore e nella sofferenza, riescono a sorridere, riescono a vivere nella serenità; dovremmo potere vedere il Risorto, in tutte quelle situazioni di morte in cui il rischio è quello di perdere la speranza, di non credere più nella speranza”

 

“E’ Pasqua! Chiediamo al Signore che ci faccia fare una esperienza divina della Pasqua. La risurrezione è un fatto Divino. Quanto è importante celebrare una Pasqua che sia Divina, non umana. O, se volete, una pasqua umano-divina con una fede che si radica dentro la risurrezione, che cerca la luce e che vive di luce, con una fede che può irradiare la luce del Risorto e generare vita e vita sempre buona”.