Il P.A.S.F.A. ad Assisi – “La voce di San Giovanni XXIII Papa in tutte le tappe dei nostri lavori”

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Lettera Enciclica Pacem in terris

 

Dal 15 al 19 ottobre 2023, ad Assisi, il P.A.S.F.A., su invito di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, ha avuto la gioia di rinnovare la partecipazione all’annuale Corso di formazione e aggiornamento per i Cappellani Militari.

La “Pacem in terris”, enciclica quanto mai attuale e significativa, è stata la chiave di lettura del programma di questo anno: “La voce di San Giovanni XXIII Papa in tutte le tappe dei nostri lavori”.

SER nel suo saluto, nel pomeriggio della Domenica, ci ha suggerito alcune riflessioni: “la Pace ci interpella sempre più in profondità, la Pace è meta ma anche cammino, la Pace si costruisce a partire dal proprio cuore, non c’è Pace senza conversione, dobbiamo lavorare dentro di noi sui nostri conflitti per poi essere testimoni di Pace.”

88, Pacem in terris: “Non si dà Pace fra gli uomini se non vi è Pace in ciascuno di essi se cioè ognuno non instaura in se stesso l’ordine voluto da Dio”

La figura di San Giovanni XXIII Papa, illustrata magistralmente da Don Ezio Bolis, ha evidenziato come la Pacem in terris sia stata la conclusione coerente di tutta una vita, mossa dal desiderio di Pace già dalle prime esperienze giovanili nel corso della Grande Guerra.

 

Lunedì 16, alle riflessioni sui contenuti dell’Enciclica si sono aggiunti approfondimenti giuridici, etici e psicologici circa la “maternità surrogata”. Prendendo spunto dal capitolo 22, Pacem in terris: “Nella donna diviene sempre più chiara ed operante la coscienza della propria dignità, sa di non poter permettere di essere considerata e trattata come strumento, esige di essere considerata come persona”, si pone l’interrogativo:”la creazione, la procreazione è un diritto di Dio o no?”

 

Martedì 17, la testimonianza del Responsabile dei Cappellani Militari Ucraini ci ha presentato un crudo spaccato della realtà della guerra in corso nel suo Paese, evidenziando l’importante ruolo dei Cappellani Militari nelle comunità coinvolte negli scontri armati.

Abbiamo poi riflettuto su potenzialità e rischi dell’Intelligenza Artificiale (AI) con uno sguardo più ampio per “prendere coscienza di come la AI può servire l’uomo e non servirsene”.

A fine giornata il tema de “Le stragi di popolazione civile e di prigionieri di guerra, durante la guerra di liberazione (1943-1945)”, non è stato soltanto una ricostruzione storica, ma ci ha fatto riflettere sul tratto umano della giustizia, nel rispetto delle vittime dei crimini di guerra.

 

Mercoledì 18, dedicato al ruolo della diplomazia, quale strumento essenziale di mediazione e di risoluzione dei conflitti. Bisogna prendere consapevolezza che i modelli tradizionali di diplomazia sono ormai inadeguati ad affrontare le crisi attuali. C’è la necessità di un sostanziale cambio di paradigma.

 

Giovedì 19, nella giornata conclusiva, abbiamo preso coscienza del fatto che ognuno di noi può essere un operatore di Pace. Infatti ogni essere umano può influenzare positivamente i rapporti fra persone creando armonia e eliminando i contrasti. Siamo tutti chiamati a collaborare all’architettura della Pace.

Importante il messaggio che SER ci ha fatto giungere attraverso le omelie delle celebrazioni mattutine.

Lo sguardo! Quando il buio che ci avvolge sembra renderci ciechi, come vedere Gesù che ci cammina accanto? Qual è lo sguardo? Occorre superare lo “sguardo immanente” per entrare nello “sguardo sapienziale”, uno sguardo capace di vedere oltre.

Dallo sguardo, al silenzio. Un silenzio parte integrante della preghiera, un silenzio che non ci isola, non ci rende indifferenti, ma ci mette in relazione con Dio e con gli altri. Un silenzio necessario per l’ascolto, per accogliere le parole e custodirle attraverso la riflessione, l’attesa, la sedimentazione. Un ascolto che deve cogliere il senso profondo delle parole per leggervi oltre.

Dallo sguardo, al silenzio, alla parola che evangelizza. La missione evangelizzatrice è sinodale, si fa insieme, a due a due come ci dice Gesù. Si fa in comunione quale immagine di una Chiesa che, come dice il Santo Padre “o è sinodale o non è Chiesa”. Così il Sinodo rende più forte questa volontà “…a due a due i discepoli si recano in ogni luogo, entrano nelle case e nelle città a portare il messaggio evangelico. Il Vangelo dunque fondamento per le relazioni tra gli esseri umani, nel Vangelo è racchiuso il segreto della Pace: stare insieme non come lupi ma come agnelli”.

Dallo sguardo, al silenzio, alla parola che evangelizza, alla fiducia. Fiducia come via fondata sulla giustizia, amore, verità e libertà che è fatta di piccoli segni e che va annunciata ogni giorno “la via della fiducia è la via della Pace”.

 

Durante le diverse giornate i Direttori degli Uffici Pastorali sono intervenuti per illustrare la programmazione del nuovo Anno Pastorale.

 

Uno sguardo al Sinodo a cura dei Responsabili dell’equipe sinodale diocesana dell’OMI. Sinodo che dalla fase narrativa entra nella fase sapienziale. Attraverso il resoconto dei lavori della Diocesi Militare nel percorso compiuto, “camminare sulla stessa strada, camminare insieme, attraverso la conversazione nello Spirito laddove la metodologia è stata caratterizzata da incontrare, ascoltare, discernere e farsi prossimi” ci si prepara a vivere la fase sapienziale. Una fase importante dove saranno individuate le scelte possibili, le proposte per giungere alla fase profetica. “Che cosa la Chiesa deve cambiare per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo”.

 

Al termine dei lavori, SER e la Presidente Nazionale hanno firmato la Carta di Collaborazione fra l’Ordinariato Militare e l’Associazione P.A.S.F.A.

Questo documento rappresenta un passaggio importante per tutti noi: é conferma di quanto già condiviso nel passato, è stimolo per un presente ed un futuro in comunione e fraternità.

 

I relatori intervenuti, chiamati dai principali atenei della Capitale quali: l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Policlinico Universitario “A.Gemelli”, la Pontificia Università Lateranense, e Pontificia Università Gregoriana; e da prestigiose istituzioni nazionali quali: la Fondazione Papa Giovanni XXIII, la Corte di Cassazione, la Corte Militare d’Appello di Roma, il Tribunale Interdiocesano del Vicariato di Roma, hanno trasmesso alla platea contenuti di elevatissimo spessore culturale e morale. Le conclusioni, a cura del Consigliere Generale dello Stato Città del Vaticano, hanno posto il degno sigillo ai quattro, intensi giorni di Corso.

 

Gli interventi, preparati con cura e dovizia, hanno suscitato il generale interesse dei Cappellani Militari e stimolato profonde riflessioni in tutti noi.

 

La Lettera Enciclica Pacem in terris ha dimostrato, nonostante i suoi 60 anni, la sua piena attualità  ….i quattro pilastri della pace indicati da Giovanni XXIII: verità, giustizia, carità, libertà sempre sorprendentemente validi.

 

Abbiamo partecipato con gioia ed entusiasmo al Corso, di seguito i nostri pensieri:

 

Difficile riassumere tutte le sollecitazioni arrivate dal Convegno di Assisi, ma mi limiterò a qualche stimolo che mi ha colpito di più. Mons. Marcianò ha detto subito che la pace costa ed esige sacrifici e che la via unica per risolvere i conflitti è la diplomazia; il nemico da battere è l’indifferenza! Cercare la Giustizia è attraversare un labirinto, ma alla fine non è equanime: bisogna cercare il diritto di ragionevolezza. Ma senza Verità non c’è Giustizia. E c’è pure un Diritto di Dio che non dev’essere superato: nessuno può giudicare un altro! C’è un limite che nella normalità non si sente ma la guerra ci spinge oltre e si cade nella trappola del vuoto e non si sa dove andare. Fattori di pace rimangono la mediazione e la conciliazione. E ovviamente la preghiera.

 

Anche quest’anno,  per il terzo anno consecutivo, ho avuto il grandissimo piacere di partecipare al corso di formazione e aggiornamento che si tiene ad Assisi.

Assisi, di per sé, ha un fascino ed una spiritualità che si respira nell’aria: non ci potrebbe essere un luogo migliore per la condivisione e la comunione tra noi tutti.

È un’esperienza unica poter ascoltare le relazioni di professionisti di altissimo spessore professionale e, soprattutto, umano. Degli argomenti trattati, tutti interessanti e formativi,  quello che mi ha colpito di più è stato quello di martedì. Il Procuratore generale militare presso la Corte Militare d’Appello di Roma, ha affrontato l’argomento delle stragi di popolazione civile e di prigionieri di guerra durante la guerra di liberazione (1943 – 1945) accompagnandoci in un viaggio indietro, in un luogo e in un tempo che non dobbiamo mai dimenticare e dobbiamo sempre onorare, rispettare e ricordare.

Assisi è sempre un’ottima occasione per incontrare i nostri Cappellani Militari che, con affetto e sensibilità,  sono vicini alla nostra associazione. È stato bello potersi confrontare, scambiare pareri ed opinioni, ma anche condividere il pasto ed un caffè al bar.

L’opportunità che ogni anno ci viene data dall’Ordinario Militare è un momento unico di formazione e riflessione, un momento che deve essere vissuto come un dono, come un’occasione per incontrarsi e conoscersi perché dalla conoscenza e dall’empatia nascono progetti comuni che hanno, come unico scopo, la prossimità verso la Grande Famiglia Militare.

 

Anche quest’anno gli argomenti trattati al corso di formazione dei cappellani militari sono stati vari e di grande spessore. Il Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ci ha illustrato aspetti della maternità surrogata facendomi riflettere che la donna perde la propria dignità e scompare l’aspetto della maternità cedendo a terzi un bambino. Si evince solo l’aspetto commerciale. In Italia questa pratica è vietata. Un altro argomento è stato la nullità dei matrimoni, il Vicariato di Roma può assistere i militari in servizio che vogliono annullare il loro matrimonio. Il processo avviene in breve tempo. Un tema molto curato è stato l’intervento del Responsabile dei Cappellani Militari Ucraini che ci ha presentato lo scenario di guerra ucraino attraverso testimonianze e filmati. Con il suo discorso ci ha fatto riflettere che la guerra ha un grosso impatto sulla società perché distrugge lo spazio circostante e il tempo. Esiste solo il tempo per combattere e non c’è più rispetto per l’essere umano. Si vive uno stato di precarietà senza viveri, servizi igienici, senza elettricità, senza un futuro. Quindi come se fossero già morti. Il Cappellano potrebbe essere di grande aiuto portando loro la parola di Dio incontrandoli in spazi idonei e ispirando fiducia per lottare per la giustizia e giungere alla libertà. L’uomo ha bisogno di pace e tanto coraggio. Si è parlato di crimini di guerra giudicati dopo molti anni, di intelligenze artificiali adoperate in guerra per spendere meno e colpire obiettivi in modo più preciso. Nel corso di questa guerra sono stati fatti negoziati, mediazioni con scarsi risultati, la pace auspicata da papa Giovanni XXIII è sempre più lontana. Vengono violati tutti i principi di diritto internazionale e umanitario e si rischia solo di giungere ad una terza guerra mondiale. Il conflitto viene solo prolungato e non risolto. La pace anche attraverso vie diplomatiche è ostacolata da situazioni che bloccano la soluzione del conflitto.

 

Il corso di formazione e aggiornamento, tenutosi come di consueto ad Assisi, è un appuntamento atteso che vede il PASFA partecipare sempre con entusiasmo ed interesse. Quest’anno in particolare è stato aggiunto un importante tassello alla storia della nostra Associazione rappresentato dalla Carta di Collaborazione tra l’OMI ed il PASFA, che conclama la comunione di intenti e rafforza sempre più la sinergia, già esistente con l’Ordinariato ed i Cappellani Militari nell’interesse della Grande Famiglia Militare. È stato un privilegio poter ascoltare gli interventi di professionisti di grande spessore culturale ed umano che ci hanno interessato e commosso. Nello specifico, il responsabile dei cappellani ucraini, ci ha catapultati nella guerra che ancora si combatte in Ucraina con le orribili conseguenze che le popolazioni civili sono costrette a subire …

Il fil-rouge del convegno è risultato essere la ricerca incessante della pace con ogni mezzo  attraverso la collaborazione di tutti.

Affinché ciò si possa realizzare è necessario lo sforzo della società con le pratiche di mediazione e conciliazione: occorre però in via principale un chiedere a Dio la PACE attraverso la preghiera incessante con cuore puro, colmo di speranza e fiducia verso l’Umanità.

 

Devo dire che il nostro appuntamento con Assisi diventa ogni anno sempre  più interessante.

I Relatori,  con le loro conferenze ci hanno aperto a nuovi orizzonti affrontando argomenti di grande importanza ed attualità, alle loro coinvolgenti relazioni hanno fatto seguito molte e toccanti testimonianze dei Cappellani.

In questi giorni è emerso anche come sia importante il dialogo e l’ascolto attivo, per prevenire i disagi in genere.

Il clima di gioiosa fraternità, amicizia e cordialità di questi giorni ha favorito nuove amicizie ed ha approfondito quelle già  esistenti.

Ogni mattina  prima di iniziare i corsi di formazione e aggiornamento il partecipare alla S.Messa a fianco dei Cappellani ci trasmesso momenti  molto intensi ed emozionanti che hanno potenziato ed arricchito la nostra spiritualità.

Torno a casa arricchita di nozioni, e con il cuore colmo di gioia.

 

Partecipare al corso di aggiornamento ad Assisi è sempre una bellissima opportunità formativa che ci viene offerta dall‘Ordinariato Militare. Si vive con grande gioia la vicinanza con i nostri cappellani e le socie.

Il tema dell’incontro, la lettera enciclica “Pacem in terris”, è una guida sempre attuale per tutto il mondo e un filo rosso che attraversa le varie conferenze e le tante riflessioni. Il periodo che stiamo vivendo ci fa capire quanto sia preziosa la pace e quanto sia importante che ciascuno di noi contribuisca attivamente nella costruzione e nel mantenimento della pace.

Credo che il ruolo del Cappellano Militare sia sempre più importante per il benessere morale e spirituale dei nostri militari.

Grazie per queste giornate intense condivise con tante emozioni.

 

Anche se per pochi giorni aver partecipato al corso di aggiornamento ad Assisi è stato per me molto importante. Un momento di arricchimento spirituale e di condivisione gioiosa con il nostro Vescovo, i nostri Cappellani, con la nostra Presidente Nazionale e con alcune Socie di altre sezioni. È emerso quanto sia importante costruire sul piano internazionale una convivenza pacifica, ma per ottenere questo bisogna partire soprattutto dall’idea che la guerra è una relazione fra stati, e gli uomini sono nemici per puro caso, combattono  l’uno contro l’altro dei ragazzi che neanche si conoscono fra loro, mettendo in gioco e in pericolo le loro vite. Il ruolo dei Cappellani è stato, è e sarà sempre quello di guida, di supporto, di una persona sempre presente, _“Io ci sono”_ pronta a mettersi in gioco e a donarsi come il Signore ha fatto con noi. Una persona che sa come aiutarti, una persona che trova sempre la parola giusta, il tono giusto per farti vedere la situazione da una prospettiva diversa e nuova, la prospettiva dell’AMORE. Una figura di supporto quando ci si trova soli e spaesati. Educare all’amore, è questo che deve essere alla base di tutto, un amore incondizionato che parte dal dialogo e termina con la pacifica convivenza

 

Anche quest’anno abbiamo accolto con gioia il gradito invito di S.E.R. al Corso di Formazione per i Cappellani Militari, appuntamento molto atteso e che vede il P.A.S.F.A. partecipare sempre con entusiasmo ed interesse.

La preghiera per la Pace, cuore del convegno, le omelie del nostro Ordinario nella splendida cornice di S.Maria degli Angeli, preziosi spunti di riflessione per tutta la famiglia della Diocesi militare riunita in comunione e fraternità.

L’Enciclica Pacem in terris è di straordinaria contemporaneità. Tutti gli argomenti trattati durante le diverse giornate dagli autorevoli relatori, che hanno affrontato ogni tematica legata alla Pace, sono stati caratterizzati dal filo conduttore dell’Enciclica.

L’attualità dei temi affrontati in questi giorni e la profondità degli interventi dei relatori hanno rapito la nostra attenzione e al contempo, suscitato in noi delle forti emozioni.

L’incontro con il Responsabile dei Cappellani Militari Ucraini, in particolare, ci ha “gettato” nello sconforto della  drammatica realtà della guerra in Ucraina.

Il suo sguardo di dolore e al contempo di speranza ci ha commosso.

Un fiore tra le macerie…il “Soffio dello Spirito”.

Le immagini della sofferenza e la forza del suo messaggio hanno scosso le nostre coscienze.

Noi che lo abbiamo ascoltato sentiamo la responsabilità di far giungere a tutti i nostri Associati l’intensità del suo pensiero. Siamo tutti chiamati alla Pace.

 

 

Ringraziamenti

Ringraziamo S.E.R. Mons. Santo Marcianò per questa significativa esperienza di incontro che arricchisce il nostro spirito, allarga le nostre vedute, approfondisce le nostre conoscenze e ci dona la gioia di stare insieme.

Ringraziamo il Vicario Generale e tutti i Cappellani Militari per la loro festosa accoglienza e ci uniamo, nella preghiera, all’ appello per la pace.

Ringraziamo Don Pasquale e con lui tutto il personale dell’Ordinariato Militare per il grande lavoro di preparazione e di organizzazione del Corso di Formazione.

Ringraziamo tutti i relatori per i loro pregevoli interventi.

Ringraziamo gli Associati presenti ad Assisi e quanti ci hanno accompagnato idealmente con il pensiero e la preghiera.

 

L’augurio a tutti noi di poter essere “piccoli architetti di Pace”

Grazie a tutti, Arrivederci ad Assisi 2024.

 

Vanna, Simona, Flora, Antonella M, Rosa, Irene, Antonella C, Mariagiovanna