Somalia – Ricordato padre Chiti

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(20-11-2023) Ricordando i cinque anni di servizio prestato qui in Somalia (1949-1954) dall’allora Capitano Gianfranco Chiti in qualità di comandante del Quartiere Generale delle Forze Armate Somale e di una compagnia somala fucilieri, durante il periodo dell’Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia (1949-1960), il cappellano del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna ha celebrato la Messa in memoria del Servo di Dio il 20 novembre 2023, giorno anniversario della sua morte (2004), nella cappella da campo di Mogadiscio. Vestito dei paramenti liturgici bianchi, il cappellano ha cantato la “Missa de Angelis” per rispettare le disposizioni testamentarie di P. Chiti. Con una punta di ironia granatieresca, il cappellano ha ricordato che, nella misura del possibile, tutti i desideri in materia di suffragio dei Granatieri defunti andavano rispettati e che questa regola valeva per i Duchi… come per i Non-Duchi! Alla luce del Vangelo appena letto, il cappellano ha illustrato l’importanza della missione dell’AFIS che contribuì a ridare all’Italia un posto autorevole tra le potenze europee nonostante l’opposizione dell’Inghilterra. Poi ha dettagliato alcuni punti di similitudine tra la missione svolta dal Capitano Chiti in Somalia e l’attuale missione del contingente italiano impegnato nella formazione delle truppe somale. Una convergenza che rende particolarmente prezioso e attuale l’esempio di Chiti con la sua eccezionale statura morale e spirituale, come modello per incrementare la fraternità militare e consentire un migliore raggiungimento degli obiettivi della missione in corso. La commemorazione dell’anniversario della morte di P. Chiti assume quest’anno un’importanza particolare per il riconoscimento nel maggio scorso dell’eroicità delle virtù del Generale Granatiere poi diventato Frate Cappuccino, da parte della commissione dei Teologi della Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano. Una valutazione che aspetta di essere confermata dalla Commissione Cardinalizia, prima di essere sottoposta all’attenzione del Papa per il riconoscimento definitivo della Venerabilità del Servo di Dio, nell’attesa di un eventuale miracolo che consentirebbe di giungere alla Beatificazione. La Causa di P. Chiti è particolarmente importante per la Chiesa e supera ampiamente la questione di un lusinghiero riconoscimento che si estenderebbe per spirito di corpo a tutti i Granatieri. Si tratta della Causa di un Militare Combattente e sappiamo con quali esitazioni la Chiesa propone oggi questo profilo di vita come modello di vita cristiana. La beatificazione di P. Chiti ricorderebbe non solo l’universalità della vocazione cristiana ma che in determinate circostanze e secondo determinate regole chiaramente delineate, l’uso della forza e delle armi può essere carità evangelica e costituire un retto dovere cristiano per contribuire alla difesa dei piccoli e alla liberazione degli oppressi.