L’Aquila, Gdf – Il cardinale Petrocchi alla Scuola Ispettori e Sovrintendenti

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(22-04-2024) È sempre un piacere poter ospitare e accogliere nella Scuola Ispettori e Sovrintendenti della GdF dell’Aquila il Card. Giuseppe Petrocchi Arcivescovo Metropolita della Diocesi aquilana. L’attenzione di Mons. Petrocchi per gli Allievi Marescialli del 95° Corso “Argentera III” – primo anno di studi – si è ancora una volta manifestata nel coinvolgerli in una riflessione molto accurata e ben articolata, sul tema dei “valori etici come principi di giudizio e di comportamento”. I valori etici a fondamento del loro futuro lavoro di servitori dello Stato e del bene dei cittadini.

L’intervento del presule, il 19 u.s., è stato anticipato dall’introduzione del Comandante della Scuola, Gen. D. Gabriele Failla, che ha sottolineato come i “valori etici” siano fondamentali nella professione del finanziere. Ha, poi, ringraziato il Cardinale per avere accettato l’invito della Scuola e, in poche righe, ha brevemente presentato la biografia dell’illustre ospite ai presenti.

Dopo un preambolo sul significato dell’etica – cioè sul ciò che è giusto fare o non fare, e le conseguenze del fare bene o del fare male. Spiegando che l’etica si basa sui valori che esprimono il “dover essere” per realizzare la nostra identità, e che questi valori hanno un fondamento ontologico; perciò, a loro volta, si fondano sull’Essere sul ciò che è bene per noi – il Cardinale Petrocchi ha sottolineato l’importanza della “Legge”, come strada che conduce verso il bene, e che la Legge ci rende pienamente liberi. Di conseguenza chi serve la legge tutela il cittadino e la società a vantaggio di tutti, nel pieno svolgimento della propria missione, nel servizio per il bene del prossimo, rendendo la convivenza pienamente umana e civile.

Nel proseguo della sua lezione magistrale il Card. ci ha ricordato che “voler bene” significa anche fare bene ciò che si è chiamati a fare ogni giorno, sintetizzando che “chi fa il male si fa male”, “che chi si fa male sta male e inevitabilmente fa star male” e che se vuoi essere felice e vivere bene devi essere virtuoso, perché la virtù è premio a se stesso.

Inoltre ha ricordato l’importanza del verbo “ascoltare” nel significato di “prendere sul serio l’altro”, che è come se si dicesse che l’altro è importante per me e che mi aiuta a conoscermi meglio, come gli occhi che essendo due aiutano a guardare in profondità, così il confronto con l’altro mi fa riconoscere chi sono veramente.

A conclusione del coinvolgente e denso discorso il relatore ha voluto poi sottolineare quali sono le tendenze culturali del mondo contemporaneo:

“l’allergia ai tempi totali”, cioè essere refrattari a progettare a lungo termine, piegandosi sull’oggi ed espellendo il “per sempre” dalla nostra vita, anche se un amore veramente autentico non può che essere per sempre. Il “narcisismo” autoreferenziale ed egocentrico, pretendere tutto e subito, creando la figura dell’egoite che non si dà ma pretende soltanto.

Il “rigetto del sacrificio” confondendo piacere e gioia, che non è sempre una soddisfazione è più che altro quando ci si concentra sul fare il bene, cioè, fai il bene e sei il bene che fai, e questo da sicurezza e pace.

A conclusione l’Arcivescovo dell’Aquila, con emozione, ha sollecitato gli allievi ad un impegno responsabile nel loro percorso formativo qui a Scuola, perché ciò li renderà capaci di edificare un mondo più giusto e più vero, nel segno della collaborazione reciproca: “Da soli non siamo imprenditori di noi stessi. È nel “noi” che io divento “me”. E riferendosi ad un’esperienza del suo passato di ragazzo, dialogando con la mamma, provocandola su una disponibilità a dare la vita per lui, avendo quattro secondi di riflessione per rispondere, quasi offesa, con uno sguardo fulminante, rimproverava e rispondeva che non aveva bisogno di contare fino a quattro ma avrebbe detto subito di si. Il Cardinale ha augurato, quindi, agli allievi di trovare persone che volendo loro bene, daranno la vita per loro, senza bisogno di contare fino a quattro, come farebbe lui. (Don Luca Giuliani)