Una cappella da campo in mostra

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(06-10-2025) I giorni 24-25-26 ottobre 2025 saranno presentati alcuni arredi sacri della cappella da campo attualmente custodita presso la Scuola Lingue Estere dell’Esercito di Perugia nell’ambito della “Roma Jewelry Week 2025” presso le Corsie Sistine del complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia a Roma.

Dal 1998 l’Atelier d’oreficeria romana Percossi-Papi ha realizzato diversi arredi liturgici ed oggetti sacri destinati alla cappella da campo personale dell’ultimo cappellano militare del 1°Comando delle Forze di Difesa, prestigioso reparto che aveva alle dipendenze quattro Brigate operative di varie specialità (“Folgore”, “Ariete”, “Friuli” e “Pozzuolo del Friuli”). Era insediato a Vittorio-Veneto (TV) la città della Vittoria, fino allo scioglimento di questo Comando nel 2013 nell’ambito della revisione dello strumento militare nazionale.

La maggior parte dei luoghi di culto nelle caserme sono stati concepiti e costruiti in vista della sola preghiera personale del militare e dunque hanno una capienza estremamente limita. Perciò il cappellano aveva bisogno di arredi adeguati destinati ad allestire presso le mense militari, i circoli, la sala cinema della caserma o all’aperto per esempio in piazza d’armi, uno spazio di culto all’occasione di celebrazioni religiose che coinvolgevano un maggior numero di soldati o l’insieme di un reparto. Questo Fondo di arredi sacri doveva essere sufficientemente completo per assicurare una piena capacità a celebrare tutte le feste liturgiche dell’anno, compreso quelle di ciascuno Santo Patrono delle varie specialità dei militari in forza al Corpo d’armata.

Questi arredi dovevano rispondere a due caratteristiche principali. La prima era la preziosità degli oggetti che tutelava la suprema dignità dei riti sacri cristiani, affermati come superiori a quelli laici legati alla vita militare ordinaria, essendo i primi l’espressione visibile della vita eterna in Cristo, i secondi appartenendo invece al semplice ordine sociale e politico con il suo carattere terreno e transitorio. La suntuosità di questi oggetti consentiva di mettere in maggiore rilievo il mistero dell’agire salvifico di Cristo Dux Vitae (Condottiero della Vita) nel dono dei Suoi Sacramenti. Non si tratta dunque unicamente di un riferimento alla Maestà Divina, perché i Sacramenti esistono per i fedeli. Sono il segno di un amore senza misura che esprime tutta la preziosità dell’esistenza di ciascuno fedele agli occhi di Dio, fino a portare il Figlio di Dio ad accettare liberamente il sacrificio sulla croce. Questo amore nobilita ciascun cristiano facendone un figlio di Dio, destinato a regnare insieme con Cristo Pantocratore e Sacerdote Eterno. Questo implica un vero obbligo da parte del cappellano di servire all’altare ciascuno militare nell’impartire questi Sacramenti come si serve un sovrano con degli arredi adeguati al servizio dovuto a persone rivestite di simile dignità.

Lo stile di questi oggetti sacri s’inseriva in modo armonioso con il profilo estetico di tutto il resto del santuario effimero con un altare allestito anch’esso in un modo volutamente imponente, allo scopo di fare quasi dimenticare o al meno mettere in secondo piano, l’uso abitualmente profano del luogo, spesso privo di qualsiasi attenzione estetica. Tutto questo permetteva di favorire il raccoglimento spirituale dei militari e d’incrementare la loro capacità a percepire durante la celebrazione dei riti lo scopo della liturgia che è di “fare vedere l’invisibile” e portarci sulla soglia della Gerusalemme celeste attraverso i segni sacri.

La seconda indispensabile caratteristica di questi oggetti doveva essere la loro facile custodia e la loro capacità ad essere trasportati in modo rapido e sicuro, con la possibilità di porter smontare gli arredi più voluminosi. È questa attenzione che consentì di poter adoperare la cappella da campo non solo sul territorio nazionale, ma di impiegarla in tutti i Teatri Operativi esteri dove intervenne il contingente militare italiano, specialmente durante il ventennio delle missioni in Iraq e in Afghanistan (2001-2021).

Dopo la chiusura del Corpo d’Armata di Vittorio-Veneto, la cappella da campo sarà utilizzata presso i vari reparti militari della provincia di Treviso, poi fu trasferita in Umbria quando il cappellano assumerà il servizio assistenza spirituale del 2° Battaglione Granatieri di Sardegna “Cengio” a Spoleto nel 2017. Tuttavia, di fronte ad un rifiuto d’accogliere la cappella in caserma per paura di dover eventualmente rispondere di possibili danni o furto di un Fondo d’arredi sacri così prezioso, la cappella fu affidata ai monaci benedettini di San Pietro di Perugia. Durante questo periodo, solo il grande presepe di stile settecentesco napoletano, ideato per i soldati di Vittorio-Veneto che non potevano andare a casa a Natale e pochi altri arredi sacri furono esposti ed utilizzati dai monaci nella loro basilica.

In occasione del centenario dell’Impresa di Fiume provocata dall’appello dei sette Tenenti del 2° Granatieri (“i Giurati di Ronchi”) a D’Annunzio, l’allora comandante della Scuola Lingue Estere dell’Esercito di Perugia, il Generale Uberto Incisa di Camerana pro nipote della leggendaria Tenente Margherita Incisa di Camerana, l’unica donna Ufficiale in forza agli Arditi della compagnia “La Disperata” che assicuravano la guardia ravvicinata del Vate durante l’epopea fiumana, propose nel 2019 il trasferimento della cappella da campo, ricca di riferimenti dannunziani, presso la chiesa di Santa Giuliana all’interno dell’istituto di formazione.

Con questo nuovo insediamento, la cappella da campo ritrovò un uso militare in sinfonia con il carattere specifico della Chiesa castrense: A differenza delle Chiese diocesane locali, la Chiesa militare non è territoriale ma è unicamente composta da uomini in transito, impegnati in missioni temporanei e in cammino verso la loro unica vera Patria, quella celeste. Questa cappella da campo consente oggi un culto che prolunga spiritualmente il compito formativo specifico della Scuola. È esclusivamente dedicato alla preghiera per i corsisti che si preparano al servizio estero e per i nostri reparti attualmente schierati in Teatro Operativo, per la serenità delle loro famiglie rimaste in Italia. Una liturgia che nutre attentamente la continua memoria della Storia del nostro Esercito e prega per il risposo eterno dei nostri Caduti che hanno pagato il prezzo più alto di queste missioni di pace nello spirito della fedeltà al loro giuramento alla Patria. Visite guidate e celebrazioni festive aperte alla cittadinanza, favoriscono una maggiore conoscenza dell’azione del nostro Esercito e del suo contributo all’edificazione e alla preservazione della Pace internazionale.

Progressivamente completata per rispondere alle varie necessità operative del servizio del cappellano di Vittorio-Veneto e arricchita di numerosi cimeli religiosi legati alla storia del contingente militare italiano nelle varie missioni estere, si valuta che siamo alla presenza della più bella e ricca cappella da campo di tutte le Forze Armate della NATO. (Don Nicolas Hédreul)