Apertura causa beatificazione Albino Badinelli

26-02-2022

Iniziare la causa di Beatificazione di un giovanissimo carabiniere, morto durante la guerra per salvare altre vite, è, in questo momento, occasione di commozione e preghiera ancora più profonde. Ed è davvero con grande commozione che desidero ringraziare profondamente Sua Eccellenza Mons. Giampio Luigi Devasini e tutta la diocesi di Chiavari. Lo faccio personalmente ma anche a nome dei cappellani militari e di tutta la Chiesa Ordinariato Militare che, nel rapporto con le Chiese locali, sperimenta una grande crescita nella comunione; e a nome degli uomini e donne dell’Arma dei Carabinieri e delle altre Forze Armate, fedeli della nostra Chiesa.

Commuove, dicevo, questo momento. E invita alla speranza, mentre siamo addolorati per una guerra che ha travolto all’improvviso due Nazioni a noi molto vicine, può sconvolgere gli equilibri internazionali e ci lascia attoniti perché appare un inatteso ritorno al passato. Certo, il germe della guerra e della violenza non ha tempo; si manifesta in molti modi, fin da Caino e Abele, ma è sempre, sempre, fratricida. Che sia tra popoli diversi, o piuttosto all’interno di una singola Nazione o una singola famiglia, alla guerra si arriva perché non si accoglie la fraternità, non se ne capisce il significato e il valore.

Ecco perché la testimonianza di Albino Badinelli è così attuale, necessaria e il riconoscimento della sua santità può rafforzare la Chiesa nella missione non facile di annunciare il Vangelo della pace.

La pace è artigianale, ama ripetere Papa Francesco. Si costruisce con gesti piccoli e concreti, orientati servizio all’uomo e alla vita; e quando tale servizio è portato avanti fino alla fine, arriva al dono della propria esistenza. Non è raro che questo accada ai militari, nella cui missione spesso vediamo rifulgere quei valori alti di difesa della vita, della legalità e della Patria, che già da piccolo attirarono Albino Badinelli ma che, in lui, furono nutriti dall’amore che nasce dalla fede in Cristo e porta a vedere ogni uomo come fratello da custodire, a qualunque costo.

L’amore ha nutrito la sua fede; fin dal “grazie” per la sua nascita che il padre disse a Dio, fermandosi in Chiesa mentre tornava dai campi per vederlo. E la fede ha nutrito l’amore di Albino, fino a portarlo a dare la vita e a chiedere perdono a Dio per i suoi uccisori, i quali «non sanno quello che fanno». A quelle mani armate, egli rispose con il Rosario di legno di olivo, venuto da Betlemme, mentre rinasceva a nuova vita con Gesù.

Ecco, allora, che l’inizio della sua Causa di Beatificazione è dono anche per un mondo in guerra: possa, il suo esempio e la sua intercessione, parlare al cuore di ogni uomo e aiutarlo a crescere nell’amore fraterno che sa rispondere alla violenza con il perdono, alla guerra con la pace, agli abusi di potere con la giustizia, spargendo un messaggio di speranza nella vita nuova e nella vita eterna.

Santo Marcianò