Assisi, introduzione di Mons. Marcianò per il corso aggiornamento, 18 ottobre 2021

18-10-2021

Carissimi confratelli, carissimi militari, carissimi amici del PASFA,

è una gioia ritrovarsi! Lo è come sempre; lo è più di sempre, dopo un tempo che ha visto cambiare il mondo, con la pandemia da Coronavirus. Ha visto cambiare la realtà stessa delle Forze Armate, diventate protagoniste di un’ampia opera di servizio, assistenza, gestione dell’emergenza, vicinanza alla popolazione. I militari sono stati e sono una risorsa preziosissima per il Paese, modello di quella solidarietà che sola, come spesso ripete Papa Francesco, potrà aiutarci a uscire dalla crisi che questo tempo ha suscitato, senza sprecarla.

Mi verrebbe di dire che i nostri militari non hanno sprecato questa opportunità. E non l’avete sprecata voi, carissimi cappellani militari, che siete sempre rimasti loro accanto, sostenendone i compiti.

Ci ritroviamo, dunque, per l’appuntamento annuale di formazione. E, da una fase di lontananza fisica, difficoltà di incontri, relazioni vissute con l’ausilio del web, passiamo all’esperienza della sinodalità.

Con la Celebrazione Eucaristica di domani apriremo ufficialmente il Sinodo nella Chiesa dell’Ordinariato Militare. Il Papa ha aperto domenica 10 ottobre e le Chiese diocesane lo hanno inaugurato con la Celebrazione Eucaristica di ieri. La coincidenza di tempo con il Convegno dei Cappellani è, per noi, un’opportunità straordinaria per celebrare, tutti insieme, questo straordinario evento ecclesiale.

 

Sì, un evento ecclesiale. Il Sinodo è questo, come lo è l’appuntamento annuale dei cappellani, questa volta arricchito dalla presenza dei rappresentanti delle nostre Forze Armate e del PASFA. Una realtà importante, quest’ultima, che da sempre accompagna, con sollecitudine e creatività, la nostra pastorale e che ora si avvia a cambiare volto: da Associazione ONLUS a Movimento Ecclesiale. È un passo significativo, un riconoscimento doveroso; ed è un bel segno che questo accada proprio nel tempo in cui inizia il Sinodo della Chiesa.

Se è vero che, come ormai sappiamo, «comunione, partecipazione, missione» sono i sostantivi che il Sinodo declina, è vero che queste parole “fanno” la Chiesa. La Chiesa è comunione nella sua essenza, esige la partecipazione a motivo del Battesimo, esiste per la missione, ovvero per l’annuncio del Vangelo.

Sentirsi Chiesa è il punto di partenza di tutta la pastorale; è il “cuore” di questo Convegno dei cappellani, con la rappresentanza del popolo di Dio. La Chiesa siamo tutti: il Sinodo lo ricorda, lo riafferma, lo vuole sempre più mettere in pratica.

Cari amici, ecclesìa è comunità, convocazione, comunione. E Sinodo è camminare insieme, tenendo conto che il cammino ha tre tappe essenziali.

 

La prima è il punto di partenza, al quale si arriva a partire dal “passato”. In questi giorni, è importante guardare al cammino fatto dalla nostra Chiesa nella pastorale degli ultimi anni, che ha certamente vissuto doni e sfide, povertà e ricchezze, e alla quale ciascuno di noi ha impresso tratti caratteristici.

La pastorale è l’arte del pastore. È quel “cammino” che il pastore accompagna, a volte precedendo e a volte seguendo, come spesso ricorda il Papa. Il pastore, così, aiuta la sinodalità: aiuta il cammino delle pecore non nell’uniformità ma nella varietà dei doni, nella comunione. «Passa in rassegna le pecore», dice il Vangelo di Giovanni. Le conta non perché siano numeri ma perché tutte contano. Tutte, nella loro unicità irripetibile. Quale partecipazione sinodale sarebbe possibile al di fuori di una tale certezza?

È bello vedere i frutti della Parola seminata nelle nostre pecore. Mi soffermo solo sul dono prezioso dei tanti catecumeni, giovani e adulti, espressione stupenda della fecondità di voi presbiteri, conferma dell’importanza del ministero dei cappellani militari; segno del vostro accompagnamento costante, di un annuncio evangelico credibile, di una sollecitudine pastorale mirata all’essenziale. E se un essenziale il Sinodo ci chiederà è proprio ripartire da una pastorale che riscopra, facendone memoria, l’identità e la grazia del Battesimo. Il discernimento spirituale che il Papa affida a tutti sgorga, certamente, da tale sorgente di grazia, che imprime in noi un carattere indelebile.

 

Il cammino, poi, si svolge nel presente; e il discernimento è sempre nell’ “oggi”.

Il nostro discernimento pastorale ci porta, oggi, ad interrogarci sulla strada che stiamo percorrendo, cercando anche di rimuovere gli ostacoli.

Faccio anche qui un piccolo riferimento, ad esempio, all’opportunità – della quale abbiamo recentemente discusso in Consiglio Presbiterale – di rivedere, a livello diocesano, i percorsi di preparazione al matrimonio portati avanti nelle diverse zone pastorali: che siano sempre più luogo del “primo annuncio” della fede, quasi un catecumenato per coloro – e sono tanti – che forse per la prima volta si avvicinano a un’esperienza di catechesi; vi siano affrontati i temi eticamente sensibili che hanno una ricaduta sulla vita delle persone: la procreazione, l’accoglienza della vita, la conoscenza della fertilità… quante coppie, ad esempio, fanno o hanno fatto ricorso a tecniche di fecondazione artificiale, contraccezione, addirittura aborto, senza aver ricevuto informazioni e formazione adeguate. L’annuncio della bellezza del mistero coniugale, della gioia dell’amore, porta con sé la maturazione di scelte che rispettino la legge naturale.

Sarà, tuttavia, importante, in questo primo biennio Sinodale, avviare un discernimento comunitario, imparando a sviluppare l’attitudine sapiente dell’ascolto e il coraggio prudente della parola, partendo dal basso, da ogni fedele, da ogni militare e dalla sua realtà familiare.

 

Infine, il cammino addita una meta. Quale la meta del Sinodo? Per certi versi, il punto di partenza: scoprire sempre più la meraviglia è il dono dell’essere Chiesa!

Potremmo dire che il cammino di per sé è già meta in se stesso; è un camminare tutti insieme, in comunione e per la missione di annunciare, raggiungendo gli uomini, i nostri militari nella loro storia e realtà. A voi cappellani militari, tuttavia, non è chiesta tanto un’uscita fisica, perché trovate i fedeli “dentro”. Ma ci è chiesto di uscire sempre più da noi stessi per incontrare l’altro nella sua verità e portare Cristo: non i nostri pensieri e le nostre convinzioni ma Cristo, la Sua Parola, il Suo Vangelo che libera e salva. A tal proposito ringrazio don Pierluigi Plata per l’efficace video sul Sinodo che servirà per annunciarlo a livello generale. Ogni zona pastorale, poi, provvederà ad adottare iniziative simili.

 

Nell’ottica della comunione, della partecipazione e della missione, iniziamo dunque il nostro Convegno: «Benessere e valorizzazione delle persone nelle organizzazioni militari». Un argomento importante per la vita concreta delle Forze Armate, che toccherà temi delicatissimi, quali la prevenzione dei suicidi e che, per la prima volta, porterà il riconoscimento dei crediti formativi, con la possibilità di conseguire un Master che consentirà di diventare qualificati referenti all’interno del mondo militare.

Ringrazio dal profondo del cuore coloro che hanno lavorato alla preparazione del Convegno ed in particolare il prof. Nicola De Carlo.

Ringrazio Mons. Angelo Frigerio per il ministero svolto per ben 27 anni nell’Ordinariato Militare e per il servizio di Vicario Generale in questi ultimi 7 anni; La precisione, la competenza e l’amore a questa Chiesa sono attitudini che hanno sempre contraddistinto te e il tuo ministero, don Angelo carissimo. Ho già avuto modo di esprimerti tutta la gratitudine per il tuo prezioso servizio alla nostra Chiesa, sia nell’incontro con tutto il personale della Curia così come il 19 settembre al Sudario, nella Celebrazione di avvicendamento con il nuovo Rettore. Oggi, in presenza di tutti i cappellani, desidero rinnovare questi sentimenti affidandoti al Signore che conosce i nostri cuori e ricompensa le nostre fatiche. Grazie don Angelo!

Saluto e porgo l’augurio più affettuoso al nuovo Vicario, don Sergio, assicurandogli la vicinanza del nostro affetto e della nostra preghiera affinché possa essere, con la ricchezza della sua interiorità e la sua capacità di relazione, strumento di comunione e sinodalità per la Chiesa dell’Ordinariato Militare.

Do il benvenuto a tutti coloro che in questi ultimi tempi hanno iniziato il ministero di Cappellano Militare e che per la prima volta partecipano al nostro corso di formazione.

Ringrazio, infine, tutti i Relatori del Convegno che ci aiuteranno, con la loro sapienza ed esperienza, a crescere in un ministero stupendo ed esigente, che, come quello di Gesù Buon Pastore, si prende cura delle pecore una per una e le accompagna in cammini difficili, verso la felicità e la grazia.

A tutti, buon lavoro e buon cammino sinodale!

Santo Marcianò