Il Monte della Pace – Messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per la Quaresima 2023

22-02-2023

Nel suo Messaggio per la Quaresima 2023, Papa Francesco ci invita a compiere lo sforzo ascetico di “salire sul monte”. È il Monte del Tabor, sul quale avviene il noto episodio della Trasfigurazione di Gesù, che prepara i discepoli a un altro monte, il Calvario, sul quale Gesù salirà poco tempo dopo. Uno è il monte della luce più splendente, l’altro è il monte delle tenebre più buie; uno è il monte della gioia intensa, l’altro il monte della morte in Croce; uno è il monte di intimo “ritiro spirituale”, l’altro il monte in cui si consuma il sacrificio del Cristo per tutti; uno è il monte sul quale Pietro voleva restare, l’altro il monte su cui non ha avuto il coraggio di salire…

Sono tanti i monti che ci troviamo dinanzi nel percorso della vita. Sono tanti i monti sui quali voi, cari militari, avete il coraggio di salire, per gli altri e con gli altri. Sono tanti i monti che segnano il cammino di tanti nostri fratelli, vicini e lontani, che non possiamo ignorare o dimenticare.

Non era forse un monte insormontabile la pandemia da Covid 19, che ha segnato la storia degli ultimi anni, ha seminato tante vittime, ha lasciato conseguenze nell’organizzazione sociale nonché sulla vita personale di molti? Non è un monte terribile la guerra scatenata ormai da un anno tra Russia e Ucraina che, assieme alle innumerevoli guerre dell’umanità, riporta alla memoria i monti delle guerre mondiali, sui quali, all’inizio del secolo scorso, combatterono i militari italiani ed esercitarono il loro ministero tanti cappellani? Non sono monti bui le calamità naturali, come il terremoto che, in questi giorni, affligge Turchia e Siria, provocando un enorme numero di morti e una devastazione catastrofica? E non sono monti su cui si infrangono tante vite quelli dei mari che migranti e profughi non riescono a solcare, della luce che i bimbi uccisi nel grembo materno non riescono a vedere, della morte “somministrata” con l’eutanasia, in situazioni di malattia o sofferenza, e non piuttosto attesa con un supporto di cure e amore?

Tra questi monti reali, terribili e scoscesi, i monti della gioia, della luce, della pace sembrano invisibili, rimangono nascosti, appaiono illusione. E l’invito a salire sul monte sembra solo fatica.

Eppure, chi sale sa che proprio nella fatica è racchiuso, potremmo dire, il senso stesso del monte. Chi è avvezzo a scalate, arrampicate, passeggiate, considera quella fatica come parte del paesaggio e della soddisfazione che la vetta raggiunta saprà in seguito regalare. Chi affronta il monte sacrificandosi per gli altri, come i nostri alpini e voi, cari militari, chiamati a prestare soccorso in tante di queste situazioni, non vede la fatica, concentrato com’è a poter aiutare chi ha bisogno.

«Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare. Ci farà bene riflettere su questa relazione che esiste tra l’ascesi quaresimale e l’esperienza sinodale», scrive Papa Francesco nel suo Messaggio, offrendo un’indicazione preziosa per la nostra Quaresima, che è anche legge per i “montanari”: camminare insieme, salire e arrampicarsi in cordata. È il senso del Sinodo che la Chiesa sta celebrando, ricorda il Santo Padre, per stimolare la condivisione e la comunione.

Sì. È il camminare insieme che trasfigura i monti delle pandemie, delle calamità, delle guerre, come pure di ogni forma di sofferenza, malattia, minaccia alla vita umana. È il camminare insieme che, già nella fatica condivisa, anticipa il meraviglioso paesaggio di gioia e amore che la vetta regalerà. Chi sale così, impara che il monte della luce e della gioia non è un altro monte: è il camminare insieme che ci trasfigura e può fare di ogni monte, anche il più terribile, il Monte della Pace.

Che la Quaresima ci trasfiguri e rafforzi questo cammino!

 

Roma, 22 febbraio 2023

Santo Marcianò