Messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per il Natale 2022

23-12-2022

È Natale. È il Natale del Signore.

Messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per il Natale 2022

 

Nelle città si accenderanno splendide luminarie, ma in tanti luoghi di guerra si vivrà senza elettricità e senza alcuna possibilità di scaldarsi, in questo inverno tremendo e rigido.

Dalle nostre case e dalle nostre Chiese si leveranno armonie che toccano il cuore, ma tanti cuori resteranno impietriti dalla paura e dal fragore delle bombe.

Saremo tutti insieme, a consumare con gioia il pasto della festa, ma molti, troppi, rimarranno affamati, afflitti dalla malattia e dalla solitudine negli ospedali, nelle carceri, nelle case di riposo.

Qualcuno gioirà per la poesia della neve che cade, ma tanti uomini, donne e bambini verranno inghiottiti dai flutti del mare, nel tentativo disperato di raggiungere la libertà.

Correremo per acquistare gli ultimi regali, ma tante case saranno espropriate e bombardate, tante infanzie rubate dagli abusi, dalla tortura, dalla deportazione.

Si addobberanno alberi di Natale bellissimi, ma la devastazione della terra continuerà, i rifiuti tossici si accumuleranno, i mari e i fiumi saranno sempre più avvelenati.

Noi cercheremo di far felici i nostri figli, ma tante vite saranno soppresse dalla violenza domestica, dalla guerra, dall’indifferenza, da ogni forma di aborto e di eutanasia…

Due mondi diversi… Ma dove rinascerà Gesù? Dov’è il vero Natale?

Gesù rinascerà a Betlemme; e nella Sua Mangiatoia è la risposta.

Basterà aprire la porta all’altro, anche se non abbiamo che una stalla per accoglierlo; basterà tendere una mano per ricomporre relazioni distrutte, per avvicinare popoli, per avviare un dialogo che forse cambierà la storia.

Basterà accorgersi di chi soffre o ha paura e prendersene cura, per restituire dignità e senso alla sua vita: come fa chi vive per curare gli altri; come i nostri militari, che continuano a custodirci, proteggere le nostre città e difendere popoli lontani nelle Missioni di pace.

Basterà iniziare a portare in dono le cose e noi stessi, come i pastori e i magi che abitano i Presepi; una luminaria in meno accenderà una notte lontana e un panettone donato sfamerà e salverà una vita.

Basterà accogliere come dono la vita, ogni vita: mettere al centro il Bambino nato per noi, che sembra piccolo ma che, come solo un bambino può fare, cambierà il mondo.

Sì. Basterà poco e due mondi contrastanti si incontreranno, diventeranno dono l’uno per l’altro, donando all’umanità ferita e smarrita una speranza di futuro, di amore, di pace.

È il vero Natale… aiutaci, Gesù, a ritrovarlo!

E Buon Natale di cuore, fratelli e sorelle.

Santo Marcianò