Omelia nella festa della Beata Vergine Maria di Loreto

10-12-2018
Festa della B.V.M. di Loreto,
Basilica S. Maria Maggiore, Roma 10 dicembre 2018

 Prontezza, dedizione, profezia. Sono tre parole che oggi, Festa della Madonna di Loreto, la Liturgia della Parola ci consegna, nell’esperienza e nell’esempio di Maria (Lc 1,26-38); tre indicazioni che raccogliamo da Lei e che, in qualche modo, rispecchiano la vostra stessa esperienza, carissimi militari dell’Aeronautica. Vi saluto, accogliendovi ai piedi della Salus Populi Romani, ed è Lei, la Vergine, che in realtà ci accoglie e accoglie ciascuno di voi.   La prontezza è l’atteggiamento deciso che pervade il «Sì» di Maria alle parole dell’angelo; parole che, in un primo momento, l’avevano lasciata «turbata». Mettiamoci nei suoi panni. Una giovane donna di un piccolo borgo di Israele; certamente – lo sappiamo – una creatura chiamata, preservata dal peccato, unita in modo particolare al Signore; ma pur sempre un essere umano, così come il turbamento, in fondo, dimostra. Cosa la rende così pronta ad accettare il disegno tanto misterioso che le viene prospettato? Cosa la convince ad assentire a qualcosa che Ella stessa aveva ritenuto umanamente «impossibile»? Da una parte – dicevamo – la sua unione con Dio, il suo sogno sponsale verso di Lui, accarezzato in una vita di preghiera e di meditazione della Parola di Dio. Ma dall’altra, certamente, l’attesa del popolo; la consapevolezza di una storia che ha sete di salvezza, perché porta in sé i drammi della violenza, della povertà, dell’oppressione, dell’empietà. Sono i mali denunciati dai profeti, che Maria conosce bene proprio perché ha nel cuore la storia del suo popolo e la Parola del suo Dio; mali che potrebbero portare alla disperazione ma invece accrescono nel popolo l’attesa del Messia. Ella non sa come, non sa dire in che modo «la vergine concepirà e partorirà un figlio», come dice Isaia nella prima Lettura (Is 7,10-14); sa però che Egli sarà «l’Emmanuele, il Dio con noi», perché il Dio in cui crede è un Dio fedele e non dimentica le miserie della storia umana. In questa fedeltà di Dio, si inserisce la risposta pronta della fedeltà di Maria. Ella intercetta un’attesa e, nell’attesa del Messia, legge il bisogno di pace, giustizia, equità, solidarietà, fedeltà… Come vi devono sembrare familiari questi pensieri di Maria! Come deve essere viva la vostra prontezza dinanzi a tante miserie umane! Sì, la vostra azione è caratterizzata dall’intervento pronto che non teme rischi e si fa disponibile a tante emergenze che si delineano. Voi non temporeggiate dietro valutazioni dettate dai timori e dal pensare alla vostra comodità o incolumità. Pensate al popolo, alla storia delle miserie umane più che a voi stessi. Potremmo fare tanti esempi, ricordare i vostri colleghi che hanno messo a repentaglio la vita in missioni delicate e non solo. I mezzi ordinari a vostra disposizione sono molto complessi, consentono un’opera vasta e competente: interventi in emergenze particolari nel campo della difesa, in Italia e nelle missioni estere di sostegno alla pace; operazioni di soccorso nelle calamità o di supporto in urgenze sanitarie; lavoro di prevenzione e controllo del clima, così importante per l’equilibrio dell’ambiente; non ultimo, attività che svolgete in circostanze istituzionali, richiamando il senso civico della Patria, per esempio le acrobazie delle tanto amate “Frecce tricolori”… La prontezza decisa nasce dalla consapevolezza che c’è una necessità da intercettare, un’attesa alla quale dare risposta. Ma qual è la risposta di Maria?   La risposta è la dedizione! Maria non cerca soluzioni o collaboratori ai quali affidare i compiti; sente che la domanda riguarda Lei, interpella Lei, pur parlando di un Figlio del quale si dice che «sarà grande», che avrà «un trono», che «regnerà». C’è una sorta di ricaduta sociale delle parole che Maria si sente rivolgere, certamente non in termini politici, ma come apertura al bene comune. Pensando al bene del popolo, Maria dona se stessa; non elabora progetti, strategie, programmi, anzi lascia che vengano sconvolti i suoi stessi programmi. Maria, semplicemente, si dona! La dedizione, cari amici, caratterizza anche voi; e dedizione significa assunzione di responsabilità. Sì. La vostra è dedizione di persone che vengono incontro ai problemi, mettono in gioco la propria esistenza, non quella di altri; anzi, mettono in gioco la propria esistenza per custodire quella degli altri. Dona se stesso solo chi si sente responsabile; e la lezione della responsabilità è veramente necessaria, soprattutto oggi, mentre assistiamo a tanti mali sociali – ma anche a tante tragedie civili – nate proprio da una deresponsabilizzazione che fa paura. Penso alla tragedia accaduta qualche giorno fa a dei piccoli adolescenti, morti e feriti perché ammassati in una discoteca in modo disumano; nella preghiera di oggi, vogliamo ricordare con commozione alla Vergine Maria le diverse “vittime” di questa tragedia, dinanzi alla quale è proprio la mancanza di responsabilità che maggiormente interroga. La deresponsabilizzazione va combattuta con la forza dell’assunzione di responsabilità: responsabilità anzitutto nei confronti della vita umana, la cui sacralità non si può continuare a subordinare a incuria, a interessi privati, a poteri di Stati che in nessun modo si fanno carico dei propri cittadini o che, in altro modo, discriminano i più poveri, i più malati o inabili, i più anziani, i più piccoli nel grembo materno; responsabilità nei confronti del bene comune, bene di tutti e bene della persona umana nella sua integralità di corpo e spirito; responsabilità nei confronti del creato che – ricorda Papa Francesco – è nostra casa comune; responsabilità nei confronti della società, intesa come comunità di persone in comunione e aperte alla comunione. Oggi ricorre il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. E quanti diritti sono oggi ancora calpestati nell’umanità, primo fra tutti proprio il diritto alla vita! Su questo si fondano tutti gli altri, soprattutto il diritto alla libertà religiosa, al lavoro, nonché i diversi diritti sociali e civili, che sono diritti “della persona” e, pertanto, hanno come fondamento e fine la difesa e la promozione della dignità umana, sorgente della giustizia, della libertà, della pace. Sì, la difesa dei diritti invoca responsabilità verso l’uomo! Voi fate questo e credo che una tale responsabilità sia oggi una necessaria profezia. Nel nostro mondo c’è bisogno di profezia; c’è bisogno di rimanere ancorati a una Parola di verità anche quando questa non venga accolta e capita, non venga ritenuta vivibile. «Come è possibile?», diceva la Vergine; e forse tante volete ve lo siete chiesti e ve lo chiedete pure voi. Com’è possibile affrontare determinati compiti, risolvere difficoltà, prepararsi per portare avanti missioni alle quali si sacrifica tempo, fatica, affetti?… Io, davanti a tutti questi vostri impegni, trovo solo la parola della gratitudine, profondamente convinto che la profezia di cui parliamo si legge nelle vostre vite.     Anche Maria, in fondo, non «fece» profezie; la sua vita, però, fu tutta una «profezia», perché seppe custodire e portare la Parola fatta Carne, cioè Gesù. Era Lui «l’Emmanuele» che le genti attendevano e che avrebbe imparato e insegnato a «rigettare il male e a scegliere il bene».   Ecco, cari amici; continuate ad amare la Madonna! Continuate ad affidarvi a Lei, come fate nuovamente oggi, per imparare a portare Gesù vivendo la Sua Parola di amore e pace in ogni situazione nella quale operate, anche in ambienti ostili o tra forze contrarie. Maria si è sentita responsabile della storia del popolo e con prontezza ha risposto «Sì» anche per il popolo, perché sapeva che la storia aveva bisogno di Dio. Non lo dimenticate mai, vivete questa fede! Così ogni vostra azione, compito, missione, sarà profezia di un servizio come quello che fece Lei: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E fu salvezza per tutta l’umanità! Grazie, grazie di cuore. E così sia! X Santo Marcianò