Vacanze, tempo dello Spirito

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(04-08-2016) Anche se può sorprendere alquanto, il titolo ha la sua giustificazione. Il riposo dal lavoro, dalle occupazioni, dagli impegni quotidiani, non è soltanto e nemmeno soprattutto il tempo della rigenerazione delle energie fisiche, logorate dallo sforzo dispendioso che ogni lavoro porta immancabilmente con sé. Meno che mai un periodo di dissipazione, di dispersione, di totale disimpegno. Vacanze come dolce far nulla, contando le ore che non passano mai, contrassegnate dagli sbadigli e dalla noia e che, alla resa dei conti, stancano più dell’applicazione e del lavoro. Una discarica più che una ricarica, una perdita piuttosto che un guadagno. Come tutte le cose della vita, anche il riposo va organizzato, programmato almeno nelle sue linee generali, in rapporto ai bisogni e alle necessità che ognuno porta sempre con sé. Vacanze che mantengono ancora il segno della ragione, che rimane sempre alla base di un’esistenza ordinata. Secondo Pascal, il trambusto, lo scompiglio, il disordine, sono tutt’altro che l’impronta del vero riposo. Niente di più giusto che sognare, desiderare i giorni del distacco dal proprio lavoro. Un indizio che ci ricorda che siamo fatti soprattutto per il riposo e la festa. E’ quanto ci promette l’eternità secondo le convinzioni della fede cristiana. I latini resero omaggio a questa idea con la stessa creazione dei relativi termini. Il lavoro è il negotium, cioè il non-otium, la negazione dell’ozio, che rimane così la realtà fondamentale e finale della vita. Un pensiero pagano recepibile anche dal vocabolario cristiano. A patto però che l’otium porti con sé i caratteri della crescita, della costruzione, della creazione. La vacanza del corpo dev’essere, almeno a pari, anche riposo dello spirito, che nella stasi si ricarica, si nutre di nuovi e freschi pensieri, ritrova la parte migliore di se stesso. Un tempo di crescita, più che un tempo di inerzia e di immobilità. La prima ricarica avviene al contatto diretto con la natura. I monti, i mari, il verde dei prati, i fiori, gli stessi animali sono una vera e propria provocazione dell’animo, che nella bellezza avverte una delle dimensioni più profonde a esso congeniali. La sosta dinanzi al tramonto del sole che si tuffa nel mare lontano, lo spettacolo meraviglioso dei monti che si accendono nel mattino di tutti i colori dell’arcobaleno, non sono soltanto un riposo inteso nel senso normale della parola, ma un momento di esaltazione e di fervore, che nessun’opera artistica potrebbe mai suscitare. Un momento di eternità che cala nella nostra vita, la irrobustisce e la eleva al di sopra di quanto è oggetto dei nostri occhi e dei nostri sensi. “I cieli annunziano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento”: il canto del poeta biblico trova immediata risonanza nel nostro spirito. Il contatto con la natura avvicina direttamente a Dio. Poi le letture, la scelta di libri riposanti, ma insieme anche capaci di suscitare idee luminose e feconde per la vita dello spirito, di far crescere l’amore per i nostri simili, in particolare quelli che soffrono in preda alle povertà nuove e antiche. Libri spirituali, certamente, ma anche libri costruttivi che, nonostante tutto, sono ancora presenti negli scaffali delle nostre librerie. I romanzi dei nostri grandi scrittori, come Manzoni, Dostoevskij, Pasternak, sono ancora capaci di parlare alla nostra coscienza e di risvegliare in noi i sentimenti più belli e le idee più splendide. Poi, last but not least, la meditazione dei testi direttamente religiosi, come un buon commento ai vangeli, altri libri raccomandati, spazi di preghiera prolungata, visita a qualche santuario, a qualche monastero, a qualche casa di spiritualità. Quello che non si è potuto fare durante l’anno rimane possibile nei momenti di relax e di riposo. Così le vacanze costituiscono un momento di crescita e di sviluppo. Alla ripresa dei lavori quotidiani, quello che abbiamo seminato nel tempo estivo lo ritroveremo nella nostra vita in termini di arricchimento e di rinnovamento. Le vacanze veramente vissute bene. (da “La Vita”)