L’Aquila: due interessanti attività pastorali (conferenza dall’Ordinario e presentazione Lettera pastorale/3)

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(12-02-2020) Nei giorni scorsi due appuntamenti che hanno visto coinvolti gli allievi della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza hanno fatto registrare una numerosa e fattiva partecipazione. Ne sono testimonianza gli articoli rispettivi prodotti che di seguito pubblichiamo. Il primo riguarda la riflessione dettata da S.E. l’Arcivescovo su “Etica e morale” e l’altro attiene la presentazione del libro dell’Ordinario “Parole sempre giovani”.

 

 “Etica e morale”

L’illustre e gradita presenza dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Reverendissima Monsignor Santo Marcianò, presso l’auditorium della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza, ha fornito ai partecipanti numerosi spunti di riflessione su un tema che coinvolge indiscriminatamente tutti. Monsignor Santo Marcianò ha dapprima focalizzato l’attenzione sulle definizioni di “etica” e “morale”, spesso erroneamente considerati sinonimi.

Il termine etica deriva da “ethos” ed individua un ramo della filosofia che analizza il comportamento ritenuto corretto, il giusto modo di pensare e i valori che si dovrebbero seguire in qualsiasi circostanza.

Morale deriva da “moralia” ed è propriamente l’oggetto di studio dell’etica; riguarda la condotta delle persone che deve essere regolata da norme morali che possono confluire nella sfera religiosa o in quella laica.

L’Arcivescovo ha proseguito riconoscendo ai primi filosofi e ai più noti personaggi storici il merito di aver aperto la riflessione sui concetti di etica e morale, oltre che sulla loro applicazione ed influenza nella vita concreta. Socrate, ad esempio, portavoce di un intellettualismo etico, asseriva che noi uomini facciamo sempre ciò che crediamo sia il bene e se facciamo il male è per pura ignoranza. Empedocle, filosofo agrigentino, ha incentrato la propria osservazione filosofica sulle nozioni di odio e amore, principi che muovono il mondo. Il mondo, a sua volta, risulta formato da quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco) che sono combinati tra loro dalle forze di attrazione di Amore e da quelle di repulsione di Odio. Nietzsche, infine, analizzava i buoni sentimenti come la risultante di impulsi negativi ed egoistici.

  1. E. Santo Marcianò non si è limitato a brevi rudimenti filosofici sull’etica ma ha conferito nuova linfa all’argomentazione, con un arguto collegamento ai nostri giorni.

Una delle più importanti figure degli ultimi anni è stata quella di S. Giovanni Paolo II, secondo il quale l’uomo, nell’azione, fa esperienza di sé come persona e, nel contempo, rivela a se stesso e ad altri il proprio essere. E’ quindi l’atto che ci qualifica, permettendoci di acquisire consapevolezza. A tal proposito, l’Arcivescovo ha fatto riferimento all’utilizzo deviato dei social network, soprattutto da parte delle nuove generazioni. Il giusto comportamento risiede nell’intelligente uso dei mezzi che la tecnologia mette a disposizione dei suoi fruitori.

“Cogito ergo sum” dovrebbe essere il monito per ricordare che siamo esseri pensanti e ogni nostra azione può avere ricadute sulla vita altrui.

Sant’Agostino, altra figura citata, fu un uomo dalla vita inizialmente disordinata e dissoluta che riuscì poi a riscoprire i veri valori della vita attraverso il Sacro.

Infine, uno spunto di riflessione sul tema dell’aborto, di fronte al quale capita frequentemente che l’ordine dei valori ceda il passo a quello dei disvalori.

L’incontro si è concluso con il saluto e gli auguri da parte dell’Ordinario Militare a tutti i militari partecipanti.

La conferenza in questione non può non aver suscitato curiosità e interesse in ogni singolo allievo presente. Un argomento tanto noto quanto poco approfondito come l’etica e il suo oggetto di studio ha molta attinenza con il giovane militare che ha da poco varcato la soglia della scuola. In primo luogo, ciò si spiega perché si fonda sui valori e i principi morali che devono essere alla base della struttura mentale e comportamentale del futuro ispettore della Guardia di Finanza; in secondo luogo, perché in ogni individuo c’è la necessità di possedere, o quantomeno di acquisire, quelle regole morali che fanno capo ad una educazione di tipo umano e civico ancor prima che militare.

L’Ordinario Militare ha reso un puntuale insegnamento sui concetti basici di etica e morale e ha persino introdotto parole come bene, bontà, misericordia, giustezza, sempre più dimenticati o bistrattati dalla società odierna che tende a subordinarli a termini di significato diametralmente opposto.

L’intervento di S.E. Monsignor Santo Marcianò ha scalfito e graffiato in profondità gli animi collettivi, consentendo anche a coscienze più assopite di risvegliare la volontà di operare sempre e in ogni circostanza con lealtà e giustizia, diligenza e umanità. (A.M. TRUPIA Salvatore)

 

“Parole sempre giovani”

Sogno, vita, speranza, amore, felicità e la riscoperta del loro vero significato al centro della conferenza tenutasi presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti de L’Aquila lo scorso 15 gennaio. L’incontro con l’ufficio pastorale della diocesi a cura di Don Mauro Medaglini ha dato l’opportunità alla giovane e attenta cornice di pubblico rappresentata dai militari del corso “Monte Cimone II” di conoscere il messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Reverendissima Monsignor Santo Marcianò.

Sul palco dell’Auditorium della scuola Don Mauro e Don Pierluigi, coadiuvati dal cappellano militare dell’istituto, don Antonino Pozzo, hanno illustrato agli allievi il contenuto del volume intitolato “Parole sempre giovani”, redatto dal vescovo e ispirato alla Lettera “Christus vivit” di Papa Francesco.

Dal testo, arricchito dalle illustrazioni della monaca agostiniana Mariarosa Guerrini, traspare chiara la vicinanza manifestata dal mondo parrocchiale ai giovani militari, testimoniata dall’utilizzo di un linguaggio innovativo, tecnologico e concreto che ha generato nella platea grande partecipazione. Proprio la dialettica moderna appare celare alcune insidie come evidenziato da Don Mauro, il quale ha accesso i riflettori sulla diffusa difficoltà nel riempire di significato alcuni concetti, temi fondamentali che da un lato costituiscono le fondamenta su cui costruire l’esistenza ma dall’altro paradossalmente possono apparire privi di sostanza. Sono così state analizzate cinque parole rappresentanti il fulcro della vita di ogni uomo, specie in realtà, quali quelle degli istituti militari, in cui la sfera personale viene spesso ottenebrata: sogno, vita, speranza, amore e felicità.

A prima vista tutti ne conoscono il significato ma ben diverso è il senso che ciascuno può dar loro. D’accordo con questa prospettiva relativistica il sacerdote ha creato un ambiente di confronto dove liberamente ognuno ha fornito la sua personale esperienza, arricchendo di significato le suddette parole. Proprio tramite un focus su queste si articola l’opera dell’Arcivescovo, che già nella parte iniziale “In principio fu il sogno” richiama i giovani a non considerare questi come mere fantasie irrealizzabili, incoraggiandoli affinché osino, prendano delle scelte per migliorare sé stessi e per proiettare questo progetto al mondo, senza accontentarsi della dimensione illusoria del web. Ne Il risveglio fu la vita, secondo capitolo del volume, l’esistenza viene descritta come unica ed irripetibile, da qui ne deriva l’esortazione ad alzarsi, ad essere tenaci e compiere delle scelte: “È giusto prendere delle decisioni e delle volte sbagliare piuttosto che rimanere fermi nella comodità e nelle illusioni, facendo trascorrere la vita in maniera anonima e passiva” ha spiegato Don Mauro che nel parlare di tenacia rimarcava la missione essenziale dei giovani turbati dalle difficoltà incrociate lungo il loro cammino, coltivare la speranza; questa corre su un binario parallelo alla giovinezza, non bisogna spegnerne la luce anzi i ragazzi devono aprirsi al futuro e trarre insegnamento dalle esperienze degli altri. Gli ultimi moniti si riferiscono al fine intrinseco dell’esistenza, una felicità realmente tale solo se santa e dotata di senso dalla forza dell’amore. Parole sempre giovani, perché ai giovani la Chiesa vuol quindi parlare invitandoli a riscoprire il valore assoluto della realtà che li circonda: Ascoltare, contemplare e pensare per ricongiungersi con la propria interiorità, meditando su sé stessi e fugando le distrazioni di una società moderna sempre più frenetica e povera di significato.

(A.M. Romanelli Rosa – A.M. Ruoti Viviana – A.M. Vicini Paologiorgio)