XI Zona pastorale in preghiera e studio sul Patrono dei Cappellani

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(13-02-2022) Sono trascorsi 38 anni, da quando papa Giovanni Paolo II ha proclamato san Giovanni da Capestrano Patrono dei Cappellani Militari di tutto il mondo, quali Cappellani Militari dell’XI Zona Pastorale Interforze Abruzzo e Molise abbiamo trascorso una mattinata di preghiera e di studio presso il convento San Francesco di Capestrano. Accolti dal Guardiano del convento abbiamo avuto la gioia e la grazia di celebrare la santa Messa nella cappella di san Giovanni, dove abbiamo posto ai piedi del nostro santo Patrono le intenzioni degli Ordinari Militari e dei Cappellani Militari di tutto il mondo.

Abbiamo avuto modo di soffermarci su due eventi particolari:

* quando c’è stata la decisione dell’allora Giudice di Perugia, messer Giovanni, di consacrarsi totalmente a Dio?

** quando è nata l’idea di affidargli la guida e il conforto dei Cappellani Militari di tutto il mondo?

Due punti di partenza che illuminano il nostro presente.

 

(*) In merito al primo evento. Veniamo portati direttamente agli scritti di coloro che hanno vissuto al fianco del Capestranese per molti anni e che hanno condiviso ansie, gioie, dolori, preoccupazioni e soddisfazioni.

Fra Giovanni da Capestrano muore ad Ilok sabato 23 ottobre 1456, nel convento della Beata Vergine Maria, nel mese di luglio del 1457 il suo socio e infermiere Girolamo da Udine (colui fra le cui braccia fra Giovanni ha reso lo spirito a Dio) scrive la prima biografia “Vita di fra Giovanni da Capestrano”; dopo alcuni mesi papa Pio II sollecita il Vicario generale dell’Osservanza ad inviare fra Giovanni da Tagliacozzo a raccogliere tutte le informazioni e i miracoli operati dal Capestranese, così nel 1460 abbiamo la “Relazione sulla battaglia di Belgrado” e nel 1461 la “Relazione sulla malattia e morte di fra Giovanni da Capestrano”. Intorno al 1462 il segretario del piccolo drappello che seguì il Capestranese, fra Nicola da Fara, scrive la “Vita di fra Giovanni da Capestrano”, considerando tutta la sua vita. Nel 1489 fra Cristoforo da Varese, nel pieno del cammino del processo per la canonizzazione, scrive la biografia “Vita di fra Giovanni da Capestrano”, a questi seguirà fra Pietro da Sopronio nel 1523, testo brevissimo non ancora tradotto.

Facciamo riferimento a fra Cristoforo da Varese che ci ha lasciato lo scritto più lungo e qui che troviamo la descrizione della decisione di messer Giovanni di dedicarsi interamente a Dio. Scrive:

 

(5) – Una volta, mentre versava in amarezze, pensando a diversi progetti, come accade agli uomini di tal fatta quando si trovano in prigione, gli apparve un uomo vestito con l’abito dei frati minori, che lo guardava. Giovanni, appena se ne accorse, sentì il cuore sciogliersi in tanta tenerezza, che gli occhi proruppero in un fiume di lacrime, mentre dal profondo del cuore erompevano sospiri e grida.

Il testo riportato in Acta Sanctorum (1861) p. 492 n. 5 recita: «habitu fratrum Minorum indutus, in virum Dei oculos dirigens: quem cum intuitus fuisset tanta teneritudine cor ejus demollitum est, ut oculi ejus quasi in fluvium lacrymarum prorumperent, et de visceribus cordis ejus mugitus et suspiria non modica redundarent».

Questa fu l’esperienza fondamentale nella vita di messer Giovanni, al punto che, dopo l’ingresso tra i francescani, lo ricorderà spesso dal pulpito e nella sua preghiera quotidiana, era il 22 luglio 1415 festa di santa Maria Maddalena, nel carcere della Torre di Brufa, tra Perugia ed Assisi.

Ci aiuta sant’Ignazio di Loyola a meglio esplicitare l’esperienza (Esercizi spirituali, n. 316): «Sulla consolazione spirituale. Chiamo consolazione quando nell’anima si produce qualche mozione interiore, con la quale l’anima viene a infiammarsi nell’amore del suo Creatore e Signore, di conseguenza quando nessuna cosa creata sulla faccia della terra può amare in sé ma solo nel Creatore di tutte. Così pure quando versa lacrime che muovono all’amore del suo Signore, ora per il dolore dei suoi peccati, ora della passione di Cristo nostro Signore, ora di altre cose direttamente ordinate al suo servizio e lode. Finalmente, chiamo consolazione ogni aumento di speranza, fede e carità e ogni letizia interna che chiama e attrae alle cose celesti e alla salvezza della propria anima, quietandola e pacificandola nel suo Creatore e Signore».

 

(**) In merito al secondo evento. Riporto il testo manoscritto tratto dal Libro di Cronache della Parrocchia San Sebastiano fuori le mura di Roma:

 

20-22 novembre 1956 – Parroci francescani a convegno.

I Reverendissimi Parroci Francescani d’Abruzzo, Lazio e Sardegna si adunano a Capestrano (AQ) per una “tre giorni” di aggiornamento pastorale. La sede è stata scelta dai Provinciali d’Abruzzo e Lazio, in omaggio e per la celebrazione del V centenario della morte del “Grande Missionario e Condottiero S. Giovanni da Capestrano” (…) in questo convento da lui costruito.

 

Molti di questi Parroci francescani avevano prestato servizio tra le file dei Soldati, dei Preti/Soldato o dei Cappellani Militari; nei mesi successivi l’idea fu condivisa da tantissimi Cappellani Militari e dagli Ordinari Militari di tutto il mondo, iniziarono a pervenire lettere di sostegno e lettere postulatorie, e così partì l’iter che portò il 10 febbraio 1984, alla proclamazione di san Giovanni da Capestrano, Patrono dei Cappellani Militari di tutto il mondo.

Don Giuseppe Graziano