Precetto Pasquale Interforze a Taranto

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(24-03-2022) La Concattedrale di Taranto, dedicata alla Gran Madre di Dio, ha accolto nel suo grembo materno, l’intero Presidio Militare di Taranto, unitamente ad autorità militari e civili e rappresentanze dell’intera Regione, guidati dall’Ammiraglio Salvatore Vitiello, per prepararsi a vivere, mediante una solenne celebrazione eucaristica, il canto dell’Alleluia che si eleverà in tutta la Chiesa di Dio per annunciare la Pasqua di Risurrezione del Cristo Signore.

In questa cornice ecclesiale, la cui architettura, come ha ricordato padre Tommaso Chirizzi, Decano della XIII Zona Pastorale, evoca l’immagine di una grande nave sospinta dal vento, così come la Chiesa è sospinta dallo Spirito Santo nel mare della vita, ci si è riuniti intorno all’altare di Cristo, per essere guidati e confermati nella fede dal nostro Pastore, Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia. L’essere convocati in “uno” è stato motivo di intensa gioia spirituale, una gioia caratterizzata e vissuta in una comunione fraterna resa ancora più forte e tangibile anche attraverso la presenza di tutti i cappellani militari di Puglia, anch’essi stretti intorno al padre Arcivescovo.

I presenti hanno affinato l’udito del cuore ponendosi in religioso ascolto per accogliere e vivere il Pane della Parola, spezzato e consegnato mediante l’accorata omelia dell’Arcivescovo, il quale, prendendo spunto dal profeta Daniele, ha raccolto in uno le voci di tutti per elevare a Dio quel grido che si trasforma in fiduciosa preghiera: “Ascoltaci, Signore. Non ci abbandonare” . Un grido di fede che si fa preghiera per affrontare le diverse prove che ogni persona umana incontra sulla strada della vita: persecuzioni a motivo della fede; ingiustizie che generano povertà e precarietà; azioni di potere che non rispondono alla logica del servizio, ma solo a quella della prevaricazione dei più forti sopra i più deboli; guerre ingiustificate che spargono, sulla terra creata da Dio, il sangue di vittime innocenti di ogni età. L’attuale conflitto in corso è stata condannato con fermezza e parresia dall’Arcivescovo, il quale ha invitato tutti a contrastare ogni piccola forma di violenza per non sfociare in tragedie ben più grandi e peggiori. Un invito a difendere la vita umana là dove essa viene calpestata e umiliata. E di questo, ha proseguito il padre Arcivescovo, gli italiani devono esserne grati alle Forze Armate e a tutte le Forze dell’Ordine perché con fatica, competenza, passione, lavorano per la pace anche con il sacrificio della vita. Mons. Santo ha ringraziato di cuore tutti i presenti per questo impegno ad essere costruttori di pace, manifestandogli il bene non solo della Chiesa Ordinariato Militare, ma dii tutta la Chiesa Italiana, esortandoli a proseguire in questo ministero di pace così come ricorda anche il Concilio Vaticano II.

A conclusione, l’Arcivescovo, ha inoltre ricordato, prendendo spunto dal Vangelo proclamato, che Gesù offre una strada da percorrere per vincere ogni forma di violenza: la Pietà,  che si caratterizza ed esprime come perdono e dialogo, sempre e comunque. Ognuno è chiamato a mettere in pratica questo ministero di pietas come scelta seria e pacifica per superare i conflitti e per vivere custodendo la pace tra i popoli. E la preghiera si presenta come l’unica arma da usare dinanzi agli orrori della violenza della guerra, una preghiera che sia evocatrice di una pace da desiderare, chiedere, amare e costruire, sempre, ovunque e comunque.

(Padre Giuseppe Rubbio)