Celebrata al Celio la XXXI Giornata Mondiale del Malato

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(11-02-2023) Istituita 31 anni fa da San Giovanni Paolo II e celebrata ogni anno nel giorno in cui si fa memoria della prima apparizione mariana a Lourdes, l’11 febbraio 1858, la Giornata Mondiale del Malato, vuole sensibilizzare i cristiani riguardo al tema della malattia, della sofferenza, della cura della persona ammalata, ricordando anche tutti coloro che operano nel campo della sanità.

Papa Francesco ha voluto nel suo messaggio annuale inquadrare questa giornata nell’ambito della riflessione sinodale: “La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri “si arrangino”. Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza.” (Francesco, Messaggio per la XXXI Giornata Mondiale del Malato).

 

Anche la nostra Chiesa Particolare ha vissuto questo significativo momento con la celebrazione della Messa, presieduta dall’Ordinario Militare, nella chiesa dedicata a Maria Salus Infirmorum al Policlinico Militare Celio. Hanno concelebrato l’Eucaristia don Gianfranco Pilotto, Vicario Episcopale per l’Esercito, padre Michele Motta, Cappellano del Policlinico Militare, e don Santo Battaglia, segretario particolare dell’Arcivescovo, mentre alcuni Seminaristi – Allievi Cappellani hanno curato il servizio liturgico e l’animazione musicale.

L’Arcivescovo, commentando l’episodio evangelico della guarigione del sordomuto narrata nel cap. 7 del Vangelo di Marco, ha proposto quattro atteggiamenti dinamici rilevabili nel racconto biblico che devono essere caratteristici del prendersi cura della persona malata in senso cristiano: fermarsi, avvicinarsi, curare, sollevare. Gesù sta camminando, è affannato ma alla vista del sordomuto si ferma, ferma il tempo, insegnandoci che quel malato è l’unica meta del cammino, in particolare per chi è preposto a servire la persona ammalata. Gesù poi prende in disparte il malato creando una relazione personale con lui, sottraendolo dall’anonimato della folla, lasciandolo libero di manifestare la propria storia e consegnare sé stesso nelle mani di chi lo può guarire – e quanto è importante oggi nell’ambiente sanitario creare questa relazione, non solo con il malato ma anche con i famigliari -. Gesù in seguito guarisce toccando l’ammalato, senza paura di contaminazioni, e restituisce la dignità al malato sollevandolo e riabilitandolo.

L’Arcivescovo ha poi ricordato la prontezza di tutta la Sanità Militare nel soccorrere, toccare, accarezzare, con un particolare pensiero per il personale partito subito verso la Turchia in aiuto alla popolazione di quella terra colpita pochi giorni fa da gravissimo sisma. La cura dell’ammalato, ha proseguito Marcianò, restituisce dignità alla persona ripristinando e garantendo il suo ruolo sociale in qualsiasi fase della malattia, perciò la Giornata dell’Ammalato dovrebbe favorire lo sviluppo di una coscienza collettiva che si esplica nella presa di decisioni politiche, sociali, economiche che pongano sempre al centro i più fragili, donando dignità al malato guarito.

Hanno preso parte alla celebrazione: il Generale di Divisione Carlo Catalano, i Generali di Brigata Mauro De Fulvio e Michele Tirico, il personale sanitario, ufficiali, sottoufficiali, militari che prestano il loro servizio presso il nosocomio, le sorelle infermiere volontarie della Croce Rossa, il PASFA, il personale civile, i seminaristi (con il loro servizio).

Al termine della celebrazione ha preso la parola il direttore del policlinico, il Generale di Divisione Carlo Catalano, ringraziando l’Arcivescovo e Padre Michele per l’attenzione che sempre prestano verso la realtà del Celio, il suo personale e i suoi assistiti; ha poi concluso la sua allocuzione recitando la preghiera della Sanità Militare.

In allegato il testo integrale dell’omelia

Christian Massaro