I Granatieri di Sardegna onorano il Duca di San Pietro

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(21-02-2023) Lo scorso 17 febbraio, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in Roma, i “Granatieri di Sardegna”, hanno celebrato la messa in suffragio di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro nell’anniversario della sua morte. Quest’anno hanno sfilato oltre al 1° Reggimento e al 2° Reggimento anche il 3° Reparto Comando e Supporti tattici “Guardie”.

Don Bernardino Antonio Genovese, patrizio sardo, padre di Alberto, il 10 luglio 1744, costituì in Cagliari, a sue spese, il Reggimento di Sardegna col fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospicente le coste sarde. Nel 1776, suo figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte fissando l’uso della loro rendita in apposita scritta “testamentaria” per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché per aiutare le vedove dei soldati caduti. Dispose, altresì, che venisse celebrato: “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, Sig. Duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”.

La tradizione è perpetuata dai Granatieri di Sardegna discendenti in linea diretta dell’antico Reggimento di Sardegna.

Alla celebrazione, presieduta dal Vicario generale mons. Sergio Siddi e concelebrata da altri cappellani militari, hanno preso parte, oltre a personalità politiche e autorità militari, il Comandante delle Forze Operative Sud, Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota, alcuni ex Capi di Stato Maggiore dell’Esercito, ex Comandanti della Brigata “Granatieri di Sardegna” – nonché l’attuale, Generale di Brigata Giovanni Brafa Musicoro – i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e cittadini romani.

Significativa la presenza dei discendenti in linea diretta di Don Alberto Genovese, a dimostrazione di un attaccamento a una tradizione ultracentenaria che li ha sempre visti partecipi e vicini ai “Giganti con gli Alamari”.

Nell’omelia mons. Siddi, partendo dal riferimento a Babele, “immagine dell’idolatria e del desiderio di esibire la forza”, si è soffermato sul miracolo della Pentecoste, sottolineando “l’universalità dell’Amore di Dio”. “Il Regno di Dio – ha proseguito – è il ristabilimento dell’unità persa, ma riguadagnata in Cristo, agnello e pastore del popolo nuovo. Il Signore ci chiama oggi a rinnegare il nostro io….

Ecco perché l’umanità vivendo il non io si ritrova a vivere le tante paure, ansie, fobie e depressioni che sono la causa di tante guerre e sopraffazioni. L’io va a scontrarsi con l’altro io che non vedi come fratello di un unico Padre, ma come nemico”.

Per liberarsi del faso io il vicario ha invitato a seguire Cristo, entrando nella logica del dono totale di se, spendendo la vita per il Signore e per il Regno di Dio, accogliendo il fratello che mi sta difronte”.

 

I “Granatieri”, oltre ad aver partecipato alle principali missioni internazionali in cui l’Esercito Italiano è impegnato, concorrono a garantire, insieme ad altri reparti dell’Esercito, una vigile e costante presenza sul territorio della Capitale, nel Lazio e nella vicina Regione Umbria nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”.

Alle molteplici attività operative/addestrative, si aggiungono i più importanti servizi presidiari della Capitale e di alta rappresentanza presso le Istituzioni nazionali.