(16-07-2024) L’esperienza vissuta l’11 luglio è di quelle che non ti aspetti, che ti lascia dentro quella sensazione di stupore e di riconoscenza che si prova dinanzi a un dono inaspettato.
Questo è quanto abbiamo vissuto noi tutti ragazzi ed educatori della Comunità Frontiera – Città dei Ragazzi di Mola di Bari giorno 11 luglio scorso in visita presso la Scuola Allievi Finanzieri di Bari.
Siamo stati accolti da uomini e donne in divisa, sorridenti e cordiali, che hanno subito cercato di metterci a nostro agio, proprio come quando si accoglie un ospite a casa propria e si fa di tutto per farlo sentire bene, anche perché l’ambiente militare per sua natura incuriosisce e intimorisce.
Infatti subito dopo entrati nell’immensa Piazza d’armi, proprio questi due sentimenti, curiosità e timore, ci hanno pervaso: dinanzi a noi c’erano giovani in divisa d’epoca della GdF che si stavano esercitando per una parata in occasione dei 250 anni della nascita del Corpo e poi decine e decine di giovani allievi schierati in ordine: su tutto e su tutti una voce che dava ordini con autorità e solennità.
Da quel momento tutto ciò che abbiamo visto e vissuto, dall’ordine e pulizia delle camerate alla visione dei video promozionali del Corpo, dal bagno in piscina delle loro strutture sportive fino al pranzo, dalla dimostrazione dell’Unità cinofila che tanto ha entusiasmato i ragazzi alla visita toccante al Museo, tutto è stato legato da un filo rosso che possiamo sintetizzare con alcune parole: ordine, regole, rispetto, senso di appartenenza, disciplina e obbedienza. Parole importanti, per molti oggi indigeste, ma che segnano un cammino di crescita e di libertà vera della persona, perché offrono la possibilità di realizzarsi pienamente e di poter garantire alla collettività sicurezza, libertà ed equità.
A coronamento della visita siamo andati nella loro chiesa ove, al suo interno, ci attendevano 80 allievi finanzieri: quegli stessi uomini e donne che qualche ora prima avevamo visti schierati in perfetto ordine sotto il sole rovente di luglio, o correre sempre in fila per spostarsi da un punto all’altro della struttura o fare il saluto militare ai loro superiori, ora erano lì a formare un coro.
In quell’ambiente militare, quel gruppo di giovani attraverso le loro bellissime voci, ci hanno aperto il loro cuore che ha raggiunto il nostro e hanno ribadito attraverso un significativo canto che AMARE è SERVIRE, che IL Più GRANDE è CHI SA PIU’ AMARE e che SERVIRE è REGNARE.
Secondo la logica di Gesù, tutto questo, è saper condividere i propri doni fino al dono della vita stessa. GRAZIE!
Carmela Monteforte