(01-11-2024) Nell’epoca post-moderna, caratterizzata dall’abbandono di una visione metafisica e dall’accentuarsi del soggettivismo, si apre il campo a uno sviluppo sempre più vertiginoso delle nuove tecnologie di Intelligenza Artificiale, che creano prospettive imprevedibili di interazione tra realtà e virtualità e portano conseguenze preoccupanti sul piano comportamentale e delle relazioni interpersonali, etico e pastorale, nonché sul delicato tema dell’uso delle armi.
I cappellani militari, riuniti ad Assisi per l’annuale Corso di formazione e aggiornamento, affermano l’inderogabile urgenza di una maggiore conoscenza e di un uso responsabile del mondo del web, affinché sia a servizio dell’uomo integrale e del Bene comune.
Nello specifico, raccolgono il grido di tante vittime abusate proprio attraverso il diffondersi della pedopornografia on-line, riconoscendo come compito di ogni cristiano quello di “vestire gli ignudi”, nella originale interpretazione di liberarli dalla schiavitù e ridonare loro la dignità violata.
Per arginare il dominio della macchina è necessaria pertanto una “rivoluzione umana” che aiuti anche a riscoprire il Trascendente, in un tempo in cui l’anelito all’oltre viene erroneamente indirizzato verso un trans-umanesimo che finisce per cancellare l’uomo.
Per il loro particolare ministero di servizio alla pace, i cappellani militari hanno approfondito l’attuale situazione geopolitica con i conflitti in atto, ambito in cui l’uso dell’Intelligenza Artificiale, che può creare opportunità ma pone pericolose sfide, va affrontato con regolamenti chiari e cooperazione globale.
Una lettura della situazione internazionale e delle questioni che essa pone oggi, lascia emergere con chiarezza come alcuni principi o regole del diritto internazionale siano ignorati o non più applicati nel loro contenuto. Questo nonostante siano dei punti fermi di una prassi consolidata come pure costituiscano parte di strumenti ritenuti fondativi per le relazioni internazionali e per il funzionamento della Comunità degli Stati. Non siamo di fronte solo ad un cambiamento di politiche o di equilibri, quanto piuttosto all’emergere di visioni che culturalmente si pongono come sostitutive, e non semplicemente alternative, rispetto al passato. Ma qual è il loro impatto o la loro capacità di imporsi per regolare gli scenari che hanno come protagonisti gli Stati, le loro intese, le forme di integrazione, gli Organismi internazionali o la più ampia attività diplomatica? L’educazione e la formazione possono svolgere un ruolo essenziale, per favorire un approccio dal basso verso l’alto e coinvolgere i diversi ambiti interessati.