Sacrario di Oslavia: mons. Marcianò, “la guerra uccide la vita dell’oggi e del domani”

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(17-02-2025) “Signore, siamo in un luogo di memoria e di preghiera, che porta incisi, nei monumenti e nella terra, i volti e i nomi di tanti caduti; anche di quelli ignoti, ma che il tuo Cuore conosce. Vediamo i loro sguardi di giovani, proiettati al domani ma derubati di un futuro sognato, costruito, atteso… per cui combattevano una guerra, inutile strage come ogni guerra. Vediamo lacrime infinite solcare i volti delle loro madri, trapassarne come una spada le anime, riempirne per sempre gli occhi, rivolti ormai solo al passato. Vediamo i sorrisi dei loro figli, spenti da immediata orfanezza; e vediamo il sorriso di quei figli che mai vennero al mondo. Perché la guerra uccide la vita di ogni creatura e di ogni famiglia, di ogni città e di ogni popolo, la vita dell’oggi e del domani”. Queste le parole iniziali della preghiera composta e recitata questa mattina da mons. Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, durante la messa presieduta a Gorizia in occasione della riapertura del rinnovato Sacrario di Oslavia, alla presenza del ministro della Difesa Guido Crosetto e del capo di Stato maggiore della Difesa, gen. Luciano Portolano. “Anche oggi, Signore, vediamo la guerra. Vediamo le stesse lacrime accese e gli stessi sorrisi spenti. Vediamo i giovani, morti come i nostri caduti: quelli accolti da mani pietose e quelli ammucchiati, senza la dignità di un luogo sacro come questo. Vediamo coloro che hanno dato la vita per la Patria e coloro che restano uccisi per difendere la vita di fratelli indifesi, deboli e poveri, in altri luoghi e altre patrie. Vediamo tanti luoghi e tante patrie sfigurati dalle bombe, tanta natura ferita, come ferita è la bellezza delle città, e come sono feriti i cuori di chi non avrà più città né casa. Vediamo tanti morti in case, strade, scuole, ospedali: anziani e ragazzi, sani e malati, bambini, le cui mani armate non impareranno ad accarezzare”.

Nella sua preghiera il presule affida i bambini al Signore a cui chiede una carezza di pace per i cuori induriti dall’odio, dalla vendetta, dall’egoismo, dal rifiuto della speranza e dalla presunzione di sentirsi “dio”, in modo da poter vivere un futuro di speranza, di gioia e di pace. (foto da Gorizianews)