Latina – Mons. Saba: la morte, “una porta aperta sull’eternità”

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(08-10-2025) Una folla commossa ha gremito l’hangar dell’aeroporto militare di Latina per l’estremo saluto al Generale di Brigata Aerea Simone Mettini, Comandante del 70° Stormo e all’Allievo Ufficiale Pilota Lorenzo Nucheli, caduti lo scorso 1° ottobre durante una missione di addestramento.

Le esequie solenni, celebrate da S.E. Mons. Gianfranco Saba, Ordinario Militare per l’Italia e concelebrata dai tanti cappellani militari della X Zona Pastorale – Roma, hanno riunito numerose autorità, tra cui il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, i vertici dell’Aeronautica Militare, delle altre Forze Armate e Comandi Generali, insieme alle Autorità Civili delle province di Latina e Frosinone.

La partecipazione di sacerdoti, giunti anche dalle comunità di provenienza dei caduti, ha espresso la profonda vicinanza spirituale e umana della Chiesa alle famiglie colpite dal dolore.

Il conforto della fede nel mistero della morte

Nella sua omelia, intensa e carica di speranza, Mons. Saba ha invitato i presenti a contemplare il mistero della morte con lo sguardo della fede, ricordando che solo in Cristo la vita e la morte trovano pieno significato.

«Il Figlio di Dio ci invita a riconoscere il suo volto, ricco di misericordia», ha affermato l’Arcivescovo dei militari, sottolineando come la fede apra all’orizzonte della speranza anche quando tutto sembra perduto.

Ha inoltre ricordato che la morte, pur apparendo come una fine, “è un atto interiore che ci apre alla luce della risurrezione”, perché in Cristo ogni fragilità è trasfigurata.

L’Ordinario Militare ha poi esortato i presenti a guardare in alto, “non con le forze umane, ma con le ali della fede”, trovando nella preghiera e nell’affidamento a Dio la forza per superare lo smarrimento.

 Maria, modello di speranza e consolazione

Rivolgendosi ai familiari di Simone e Lorenzo, Mons. Saba ha ricordato la figura di Maria, Regina del Santissimo Rosario e Madre della Speranza, invitando tutti a sostare spiritualmente “ai piedi di Gesù”, per ricevere la consolazione che solo lo Spirito Santo può donare.

«Signore, entra nelle case di chi piange», ha pregato l’Ordinario Militare, “come sei entrato nella casa di Marta e di Maria”.

Citando Sant’Agostino, ha poi ricordato che “la nostra vita eterna non si trova in uno spazio, ma in Dio stesso”, e che ogni creatura è custodita dal Suo amore.

 L’abbraccio della Difesa e la presenza dei cappellani militari

Accanto alla dimensione spirituale, forte è stata la testimonianza di unità e vicinanza della famiglia militare.

I cappellani militari, con la loro presenza discreta e costante, hanno rappresentato la Chiesa che si fa prossima nel dolore, accompagnando le famiglie e i colleghi dei caduti con la preghiera e il sostegno umano.

La loro missione, spesso silenziosa, acquista in questi momenti un significato ancora più profondo: custodire la speranza, offrire conforto e ricordare che nessuno è solo nel sacrificio.

Il saluto a Simone e Lorenzo

Prima del Rito Liturgico di Commiato, i molteplici interventi di parenti ed amici, hanno evidenziato, con profonda commozione, il legame che univa i due Militari:

«Simone e Lorenzo avevano trasformato un sogno in una missione: servire l’Italia. Due vite diverse, ma unite dallo stesso amore per il volo e per il Paese».

“Un Comandante esperto e un giovane Allievo, uniti da una stessa passione e dallo stesso ideale di servizio. L’esperienza ed il futuro”.

…….”Simone e Lorenzo stanno volando ancora più in alto. Cieli blu”.

Fede, servizio e memoria

La cerimonia si è conclusa nel silenzio solenne del picchetto d’onore, mentre la comunità militare si stringeva attorno alle famiglie.

Nelle parole dell’Ordinario Militare, la morte non è l’ultima parola, ma “una porta aperta sull’eternità”.

Un messaggio di speranza e luce, nel segno della fede, del servizio e della memoria, che accompagnerà il ricordo di due servitori dello Stato Simone e Lorenzo che hanno scelto di guardare sempre verso il cielo da militari, da credenti, da uomini di coraggio.