Prima lettera ai sacerdoti dell’Ordinariato

Ai Rev.di Sacerdoti

della Chiesa Ordinariato Militare d’Italia
 
Carissimi fratelli,
 
da pochi giorni, come sapete, il Santo Padre mi ha affidato la cura pastorale di questa Chiesa: una chiamata inattesa e nuova che mi chiede un nuovo servizio a Cristo e al suo Vangelo, servizio del quale voi, cari presbiteri, siete i primi e diretti collaboratori.
Nel Messaggio inviato alla diocesi, il primo pensiero è stato per voi ma, da subito, ho deciso che avrei aggiunto una lettera a quelle brevi parole, per dirvi con più confidenza e profondità ciò che c’era e c’è nel mio cuore.
Lo faccio ora, anzitutto per ringraziarvi uno per uno dei tanti messaggi di auguri, di affetto, di vicinanza e, soprattutto, di preghiera che avete voluto farmi pervenire; lo faccio, e ne sono contento, oggi, nella Festa di San Giovanni da Capestrano, Patrono dei cappellani militari: significativamente, la prima ricorrenza liturgica che, dopo la Nomina, mi trovo a celebrare. Ed è come se il Signore, con questa Festa, confermi una certezza e mi aiuti a consegnarvela: la certezza che siete voi i primi destinatari di questo mio ministero; che è per voi, anzitutto, che sono stato chiamato a dire il mio «sì» a Dio; che è principalmente per voi il dono della vita che, ogni giorno, rinnovo a Lui.
È una vicinanza profonda, che già avverto e che ora tento di esprimere con l’affetto delle parole ma che, spero, presto si trasformerà anche in vicinanza fisica: attendo di incontrarvi tutti appena possibile, di imparare a conoscervi uno per uno, di imparare meglio a conoscere il vostro ministero e, come vi scrivevo nel Messaggio, di «muovere i primi passi del mio ministero con voi». Sì, con voi! La nostra comunione reciproca, e la comunione del nostro presbiterio, è, infatti, il primo dono che chiedo nella preghiera e al quale dedico il mio pensiero.
 
Sempre, in ogni diocesi, l’unità del presbiterio, che ha un reale significato teologico, è garanzia di un buon servizio che il singolo sacerdote svolge: è un aiuto umano, fraterno, affettivo e interiore alla crescita e alla stessa santità sacerdotale.
Non ho ancora un’esperienza diretta della realtà della nostra Chiesa ma sento in modo forte che, alla relazione tra vescovo e preti e alla fraternità presbiterale – resa certo più difficile dalle nostre distanze geografiche e situazioni oggettive ma, forse anche per questo, ancor più necessaria -, viene chiesto e affidato molto.
Ho nel cuore il vostro ministero, così fortemente voluto dalla Chiesa, così prezioso. Credo che conosca tante difficoltà e solitudini, che solo Dio può colmare, ma anche tanta bellezza nascosta nel silenzio, tanti prodigi che, come ogni sacerdote, anche voi potete contemplare. E vorrei dirvi che le porte del mio cuore e della mia casa sono sempre aperte per ciascuno di voi, perché possiate darmi la possibilità di accogliere e condividere tutto questo e, allo stesso tempo, aiutare anche me a conoscere meglio la realtà nella quale operate, per poter prendere decisioni pastorali più adeguate.
In questi primi giorni, inizia a farsi strada il pensiero di alcune iniziative che lo Spirito via via confermerà e delle quali vi parlerò, chiedendo anche a voi di esprimere le vostre idee e, come ha recentemente suggerito Papa Francesco ai suoi preti di Roma, la vostra «creatività».
Penso, anzitutto, alla preghiera, in particolar modo a una forma di Adorazione Eucaristica per la pace che potrebbe levarsi con continuità dalle nostre Chiese.
Penso alla necessità di trovare sempre nuovi modi e momenti per la formazione umana e spirituale, culturale e pastorale di tutti noi, nonché di creare occasioni di condivisione e incontro gioioso: la delicatezza e bellezza della nostra vocazione esigono che essa sia coltivata, difesa, rinnovata e maturata, a livello personale ma anche come comunità presbiterale.
E penso alla pastorale della carità, cuore del Vangelo, che vi vede veramente impegnati nell’assistenza spirituale e nella cura educativa di coloro che, in modi diversi, si trovano a raggiungere tante frontiere dell’umano… La Chiesa, ha detto recentemente il Santo Padre, è come «un ospedale da campo»: un’immagine molto bella, che ho sentito subito mia e che ancor più mi balza in cuore ora, parlando con voi e immaginando il vasto campo nel quale, in modo concreto, siete chiamati a curare tante ferite con l’amore e la speranza, la testimonianza e la preghiera, prima ancora che predicare o agire.
 
Carissimi sacerdoti,
nel mio primo Messaggio ho concluso rivolgendo il cuore e la preghiera a Giovanni XXIII: un sacerdote che ha vissuto la guerra ed è stato cappellano militare; un Papa che ha lasciato la pace come stile e come testamento (proprio quest’anno è stato celebrato il 50° della sua ultima Enciclica, la Pacem in Terris); un uomo profondamente amato da tutti, per la sua capacità di dialogo e attenzione rispettosa a tutti; in definitiva, un Santo, perché immerso nel Cuore di Dio e che da Lui ha davvero ricevuto un cuore «senza confini».
Vi confesso che, fin da ragazzo, l’ho sempre amato e venerato scorgendo, nella sua personalità e nel suo sacerdozio, una particolare guida e un’intercessione. Perciò, mi ha stupito e commosso profondamente che il disegno della Provvidenza abbia datato la mia Nomina a Ordinario Militare nel giorno di Vigilia della Sua Festa Liturgica e pochi giorni dopo l’annuncio della sua Canonizzazione, che avverrà a Roma il 27 aprile prossimo, domenica della Divina Misericordia, assieme a quella di Giovanni Paolo II.
 
A lui, dunque, rinnovo l’affidamento di questo nostro nuovo cammino e affido ciascuno di voi, nel tempo in cui la Chiesa tutta cammina speditamente verso il riconoscimento della sua santità; un tempo che anche la nostra Chiesa dovrà vivere e celebrare con particolare intensità.
A tutti invio il mio abbraccio paterno e fraterno, portandovi ogni giorno, con tutto il cuore, nel cuore della mia preghiera e chiedendo al Padre, per intercessione di San Giovanni da Capestrano e della dolcissima Madre di Dio, di voler benedire voi, il ministero cui vi ha chiamati e tutti coloro che, con fiducia, Egli stesso consegna al vostro amore di pastori.
Pregate tanto anche voi per me! Vi voglio bene e vi aspetto.
 
Roma, 23 ottobre 2013
Festa di San Giovani da Capestrano
 
                                X Santo Marcianò
 
 

  

 
20-02-2014