Messaggio dell’Ordinario Militare per la Pasqua 2024

31-03-2024

Seguendo le Sue orme… fino alla fine

 

La Pasqua del Signore farà risuonare ancora nel profondo del nostro cuore questa Parola: «Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1).

Gesù entra con questa consapevolezza nella comunione dell’Ultima Cena, nell’angoscia del Getsemani, nel faticoso cammino verso il Calvario, nella sofferenza della Croce, nell’umiliazione della morte. Vi entra con questa consapevolezza e questa forza, certo di fare la Volontà del Padre che è una sola: amare. E amare è amare così: fino alla fine!

Di questo amore, Egli ci ha lasciato un esempio, «perché ne seguiamo le orme» (1 Pt 2,21).

Sa che da soli non riusciremmo. Sa quanto sia difficile per la fragilità e l’orgoglio umano, come pure per la sete di potere, di avere, di successo che ci abita, fare il salto dall’egoismo all’amore, dalla paura di donare all’offerta di sé. E allora ci ha lasciato delle orme che indicano il cammino, dei «piccoli passi possibili», come diceva la Serva di Dio Chiara Corbella, per metterci ogni giorno sulla strada dell’amore che Egli ha inaugurato.

Gesù ha camminato così per tutta la Sua vita terrena.

Chi, da pellegrino, si reca in Terra Santa può conoscere le strade che Egli ha percorso e intravedere – in ogni pietra delle città, in ogni granello di sabbia del deserto, in ogni lembo del Mare di Galilea – le orme dei passi lungo i quali ha svolto la Sua predicazione e dei passi che Lo hanno avvicinato ai poveri, ai malati, ai bambini, ai peccatori, ai discepoli, ai nemici. I passi dell’amore, fino alla fine.

In questi giorni Santi, abbiamo ricordato alcune orme più nette, più forti, più profonde, perché cariche del peso del male del mondo e del sangue della sofferenza umana, specie quella inflitta agli innocenti. Orme nelle quali ci possiamo ritrovare anche noi, con la missione affidataci.

C’è l’orma dell’umile servizio di comunione, che rende capaci, come Cristo, di lavare i piedi ai fratelli; e rende capaci voi, cari militari, di servire senza distinzione e senza riserve la sicurezza, la protezione e la custodia di ogni cittadino, di ogni straniero, di ogni vita, specie se fragile e indifesa.

C’è l’orma della Croce portata ingiustamente ma portata per tutti gli uomini, che illumina la fatica di chi condivide le sofferenze degli altri. È l’orma in cui voi mettete i vostri passi ogni volta che trattate con dignità gli innocenti da proteggere e i colpevoli da condannare. È l’orma di chi è chiamato a donarsi non solo nel quotidiano ma fino al sacrificio della vita, come è per tanti militari.

C’è l’orma del Sepolcro che accoglie la morte violenta del Giusto e si apre ad accogliere le morti di tutti gli uomini, le donne, i bambini, falciati dalla guerra, dalla violenza, dagli abusi, dalla povertà e dalle ingiustizie umane. L’orma in cui camminano coloro che non reagiscono al male con il male e diventano operatori di pace; l’orma che seguono quelli che, tra voi militari, sono inviati nei difficili luoghi di guerra e di conflitto.

Al Sepolcro di Gesù, come ad ogni tomba umana, le orme terrene sembrano finire. Ma l’amore no. La fine dell’amore non è qui. Le orme di chi ha amato fino alla fine rimangono impresse nella terra, nella storia, nel cuore dei fratelli… e continuano a solcare il Cielo. Sì, chi non ama fino alla fine, fino alla morte, non ama. Ma chi ama sa che non finirà, sa che non morirà.

È questo il cuore della Pasqua. Buona Pasqua di cuore!

 

Roma, 31 marzo 2024

Santo Marcianò