Omelia Festa S. Barbara, Patrona della Marina Militare

02-12-2022

Basilica S. Giovanni in Laterano, 2 dicembre 2022

Carissimi fratelli e sorelle,

la festa di Santa Barbara è occasione preziosa di comunione e di preghiera. È una via per ritrovarsi tutti assieme a voi, famiglia della Marina Militare Italiana; d’altra parte, è un momento per guardare al Cielo, come ella stessa fece, trovando nella sua esperienza la forza per affrontare la testimonianza di fede, fino al martirio.

Oggi siamo qui in presenza delle reliquie di Barbara, provenienti dal Patriarcato di Venezia e già esposte a Palazzo Marina.

Potrebbe sembrarci poco importante ma, in realtà, il culto delle reliquie ha un profondo significato; esprime non solo la devozione alla figura del santo o della santa ma anche, se così si può dire, ne ricorda la dimensione personale, la realtà incarnata. Ci richiama a considerare come i santi non siano immaginette da venerare ma storie di uomini e donne concreti, vissuti nel loro tempo, che hanno saputo mettere in gioco tutto il loro essere – spirito e corpo – nell’amore di Cristo e dei fratelli. E la reliquia, che è una parte del corpo o venuta in contatto con il corpo, esprime, in un certo senso, il valore stesso del corpo umano: non un “oggetto” ma una realtà che fa parte della persona e merita il rispetto e l’onore a essa dovuto.

Penso all’attenzione e alla cura del corpo posta, ad esempio, nella formazione dei militari della Marina. Penso alla disciplina cui il vostro corpo viene esposto, per rendervi capaci di effettuare al meglio il vostro servizio. In fondo, potremmo dire che il vostro corpo è donato per gli altri, rientra nel dono di voi stessi.

Il brano evangelico che abbiamo ascoltato (Lc 9,23-26) riporta proprio al concetto di dono di sé. È questo il centro del discorso di Gesù, nel contesto in cui parla di sequela: «Se qualcuno vuol venire dietro a me…».

Andare con Gesù è andare dietro a Lui; e andare dietro a Lui è questione di scelta: bisogna volerlo, Egli dice.

Il tema della volontà è interessante e si collega al tema più ampio della libertà umana. Essere liberi non è semplicemente, come di consueto si crede, fare ciò che si desidera. È avere lo spazio di poter scegliere che direzione dare alla propria vita. Scegliere “chi essere”, prima e più ancora di “che cosa fare”. In una parola, scegliere se fare o meno dono di sé.

In questa scelta, Gesù ci mette davanti la Croce: la logica della croce, la parola della croce, la realtà della croce. Il farsi carico della croce, come Lui ha fatto. E farlo «ogni giorno». Sono due aspetti che, mi pare, interessino anche la vostra specifica missione.

Il primo è il farsi carico della croce. Accogliere la propria croce, certamente, ma soprattutto assumere le croci altrui, come ha fatto Gesù. Vedere nella croce dell’altro una provocazione della nostra libertà, una richiesta che esige la nostra risposta.

«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso…». Non si tratta di rinnegare semplicemente i propri bisogni o desideri; si tratta di andare oltre se stessi, oltre la propria croce, oltre il proprio dolore – anche quando questo ci coinvolgesse pesantemente – per proprio per rendersi conto delle croci di altri e prendersene cura. Ed è questa una vostra caratteristica.

Non è forse usuale, per voi, mettere il servizio al di sopra di tante esigenze personali, a volte legittime?

Penso, solo come esempio, alle tante volte in cui vi sarà capitato di trascorrere giorni significativi di festa lontani dalla famiglia, magari in navigazione o in teatri operativi all’estero…Lo avete fatto e lo fate senza rumore, certi che, dietro quell’esigenza di servizio, dietro quel comando, dietro quella missione, c’erano e ci sono persone vere, concrete, che chiedono il vostro aiuto.

È qui l’oblatività dei nostri militari, di voi uomini e donne della Marina Militare Italiana, che permette di portare avanti i propri compiti facendosene carico.

Questa croce, aggiunge poi Gesù, va presa «ogni giorno». Ed è una precisazione che non limita la sequela del Signore a eventi straordinari, che pure sono possibili e spesso vi interpellano, ma rimanda alla quotidianità. Sebbene la quotidianità della missione della Marina Militare, oggi, fronteggi spesso eventi straordinari, la cui drammaticità rimane nascosta agli occhi di molti. Sono gli eventi che la cronaca mette quotidianamente sotto i nostri occhi.

Si tratta di una quotidianità che, tra gli altri compiti, vi vede impegnati in quella difesa delle nostre coste che, in tanti frangenti, si è trasformata in soccorso dei migranti, accoglienza, custodia. Una custodia che vi vede oggi sempre più impegnati a garantire la sicurezza del nostro Mar Mediterraneo, sempre più al centro delle dinamiche internazionali che l’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha acuito e fatto ancora di più emergere.

E’ decisivo che, in un Mediterraneo troppo spesso trasformato in cimitero – come ripete Papa Francesco –, voi possiate portare lo stile e l’etica derivanti da una formazione competente e carica di umanità, che vi vede, attenti e pronti nel garantire la sicurezza del nostro Paese come anche salvaguardare e proteggere la vita umana.

È il mare, la costa nella sua totalità che vi interessa, tanto nella sicurezza quanto nella custodia del creato, dell’ambiente, della biodiversità. Un compito che, assieme alla difesa, vi espone alla cura della bellezza e dell’armonia, e, per questo, suscita gratitudine e apre alla speranza, anche in una quotidianità come quella di oggi, che fa sentire l’eco della guerra in modo sempre più prorompente e pericoloso.

 

Cari amici,

«Chi vorrà salvare la propria vita la perderà… chi perderà la propria vita la salverà …».

È stata la scelta di Santa Barbara.

È la vostra scelta libera, decisa.

È la scelta di perdere la propria vita, facendosi carico delle croci altrui con la totalità e la costanza di ogni giorno. E con la convinzione e la dedizione di chi sa che questa scelta, tradotta nella missione che svolge, è scelta che ci salva – dice Gesù; che può salvare la vita di molti e, per questo, può rappresentare il messaggio di giustizia, speranza e pace di cui ha bisogno, nel quotidiano, la nostra vita e la vita del mondo.

Grazie per questo messaggio, che instancabilmente voi portate, con coraggio, libertà e totalità.

Il Signore vi benedica, per intercessione di Santa Barbara, e accompagni il vostro cammino.

E così sia!

Santo Marcianò