S. Messa presso il Reparto Carabinieri Biodiversità nel ricordo dei 200 anni di fondazione del Corpo Forestale e benedizione della statua di S. Gualberto

29-11-2022

Martina Franca (TA), 29 novembre 2022

Carissimi, ci ritroviamo con gioia a celebrare assieme questa Eucaristia, ricordando i 200 anni del Corpo Forestale, con la gratitudine nei confronti di tutti gli operatori e con la gratitudine al Signore, per quanto opera in voi e attraverso di voi a servizio dei fratelli. Una gratitudine che si proietta su San Gualberto, vostro Patrono, la cui statua oggi vogliamo benedire.

La Parola di Dio ci viene incontro in modo sorprendente, quasi aiutandoci a rileggere questo vostro servizio e tutto l’impegno che voi ponete nel portare avanti i compiti affidati, primo fra tutti la salvaguardia della biodiversità.

La prima Lettura (Is 11,1-10) ci presenta quasi un’immagine di tale biodiversità. Lo fa certamente con linguaggio profetico, simbolico; con la descrizione di germogli, piante, animali, fino a parlare della persona umana, di un bambino… sembra quasi una rilettura delle prime battute del Libro della Genesi, ovvero una nuova Creazione. Ed è bello che, in questa immagine della nuova Creazione, si stabiliscano relazioni serene, pacifiche tra creature che, in realtà, sono spesso in conflitto, in tensione, in opposizione: il lupo e agnello, la mucca e l’orsa… ed infine, l’essere umano – il bambino – e il serpente.

Mi piace inquadrare in questa Parola di Dio il vostro compito, la vostra missione di preservazione del creato e della biodiversità, come pure di addestramento e cura degli animali, i cavalli in particolare… Un compito, il vostro, che vi coinvolge a custodire tutto, anche ciò che potrebbe sembrare superfluo, e tutto con la cura dei particolari e nell’armonia delle differenze.

Il Creato porta con sé un messaggio profondamente eloquente: la percezione che nell’armonia delle differenze, nel rispetto delle individualità e della natura intima delle cose, risiede un messaggio di pace. E la profezia di Isaia, che già da ora inizia a prepararci al Santo Natale, è una profezia di pace, che ci aiuta a rileggere l’intenzione creatrice di Dio e culmina nell’immagine del bambino che gioca con il serpente: una pace, cioè, che trionfa quando sia vinto il serpente antico, il peccato che è nel cuore dell’uomo. Una pace che crea in noi un cuore nuovo.

Cari amici, mi sembra sia qui che trova posto la vostra specifica missione di pace!

Pace come armonia, dicevamo, nel rispetto di quelle differenze che non mettono in conflitto ma orientano a un completamento, Voi siete operatori di una pace così: custodi del creato e della biodiversità, chiamati a vincere quel peccato, quel male che distrugge l’ambiente e la vita dell’uomo

Nel Vangelo (Lc 10.21-24), tuttavia, Gesù ci spinge, vi spinge ad andare oltre.

Oltre il custodire, il preservare, il difendere, il rispettare… c’è, potremmo dire, il “contemplare”!

C’è il riconoscere che tutto il creato e ogni creatura è dono di Dio: «Tutto mi è stato dato dal Padre Mio», afferma Gesù. Ed esclama: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra…».

Sì, è Dio il Signore, l’Unico Signore del cielo e della terra!

È nel riconoscere di essere ministri, cioè servitori, e non manipolatori della Sua Creazione, che risiede la vera forza per custodire quanto ci è stato affidato e per far germogliare la pace.

È bella l’immagine del «germoglio» che spunta dalla radice: certo, questo germoglio è Gesù, il Bambino Gesù che nasce nella storia umana. Ma se la radice è distrutta, tutta la storia sarà deturpata.

Ecco, voi avete il privilegio e la responsabilità di accostarvi ogni giorno alla missione di custodire, custodire l’ambiente, la natura, il creato. Avete il privilegio e la responsabilità di intravedere, in tutto ciò che siete chiamati a custodire, un Dono di Dio e di imparare, così, il linguaggio della contemplazione e della lode, aiutando anche noi ad aprirci al rispetto e allo stupore. Per questo, la vostra può diventare una splendida opera di evangelizzazione.

Non tutti, lo sapete bene, capiscono la portata di tale servizio. Non tutti sono capaci di scorgere il vostro contributo a una civiltà dell’amore e della pace. Non tutti colgono la potenza evangelizzatrice della vostra testimonianza. Non vi scoraggiate, però.

Ricordate che San Gualberto, vostro Patrono, vi indica la via della preghiera, la preghiera contemplativa alla quale egli si seppe dedicare da monaco.

Ricordate che Francesco d’Assisi, quasi mille anni fa, ha fatto esperienza di tutto questo e ha saputo tramandarci, nel suo “Cantico delle Creature”, non una visione idilliaca e romantica del mondo ma la certezza che in tutte le cose c’è la traccia di Dio, della Sua potenza creativa, del Suo amore senza limiti per ciascuno di noi. E, riscoprendo questo amore, egli divenne un grande operatore di pace.

Ricordate le parole del Cantico:

Laudato si’, mio Signore, perché tutto Tu hai fatto, nel Cielo e sulla terra, e tutto Tu hai fatto per me, per ogni persona umana, che è degna del Tuo amore.

Cari amici, questo Cantico diventi il vostro canto, ogni giorno, anche davanti alle difficoltà e ai disastri ambientali che, purtroppo, stanno ormai devastando il pianeta, come abbiamo visto in questi giorni.

Questo Cantico diventi il vostro canto: il canto della gioia e della gratitudine per una missione che, inviandovi a custodire il Creato, vi fa condividere l’amore stesso di Dio per ogni uomo, per la singola persona umana, la cui unicità, preziosità e dignità è il fondamento della giustizia, della libertà e della pace.

Grazie per il vostro lavoro.

Santo Marcianò