Eccellenza Reverendissima,
è con grande gioia che porto oggi l’augurio di tutta la Chiesa dell’Ordinariato Militare. Una gioia particolare, come sono certo sia particolare, per Lei, il ricordo del ministero svolto tra gli uomini e le donne delle Forze Armate, nel corso di otto anni che hanno lasciato una traccia profonda nella nostra comunità ecclesiale, da Lei tanto amata e guidata con equilibrio, dedizione, serenità, lungimiranza. Chiesa giovane, che vanta il numero più elevato di giovani in tutte le diocesi italiane; ancor più in quegli anni ’80, in cui i nostri ragazzi vivevano ancora l’esperienza della leva obbligatoria, costituendo un tesoro e una sfida per un cuore di pastore come il suo.
Mi ha colpito, in questi giorni, rileggere la Lettera Pastorale da Lei inviata proprio ai giovani militari nel Natale di 39 anni fa, a conclusione dell’Anno Mondiale della Gioventù. Pagine ricche di spunti di riflessione, ancora attualissimi, sulla figura del militare cristiano e sul suo peculiare servizio alla pace, alla giustizia, alla carità; sulla necessità di costruire vere e proprie «comunità» dentro la famiglia militare, raccogliendo l’appello evangelico a «scendere da cavallo» per accorgersi dell’altro, come il Buon samaritano. Una Lettera che voleva mettere in guardia dal rischio di «sprecare» il tempo della leva, ricordando che «dodici mesi di vita non si possono buttare» e che siamo chiamati a «fiorire dove il Signore ci ha seminato». Come non cogliere un significativo parallelismo fra tale invito e l’evento che ricordiamo in questa Celebrazione? La Sua vita, Eccellenza, è fiorita e, al contempo, ha seminato molto nella Chiesa militare, alla quale ha dedicato tempo, energie e creatività, assumendo come «unità di misura» quello stesso spirito di «servizio» che raccomandava ai giovani, per «valorizzare cristianamente» un periodo che avrebbe lasciato una traccia profonda nella loro vita futura.
«La mia vita, come quella dei cappellani, è legata alla vostra», Lei scriveva loro. Grazie al Suo ministero, e a quello dei cappellani, i giovani miliari degli anni ’80 anni hanno potuto essere aiutati a camminare nella pace, grande dono di Dio. E noi siamo grati al Signore perché lei, cara eccellenza, ha donato parte della sua storia alla storia della nostra Chiesa Ordinariato Militare, sulla quale il suo episcopato e la sua fede hanno inciso profondamente. Perché, per dirla ancora con le sue parole, «questa è la vera sfida per un cristiano: essere dentro la storia ma sapere anche farla diventare anticipo del Regno di Dio».
Auguri di cuore!
Santo Marcianò