Celebrazione a Pisa per ricordare i 13 aviatori italiani uccisi a Kindu

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(13-11-2020) È stata celebrata mercoledì nel Sacrario di Kindu, all’ingresso dell’aeroporto militare di Pisa, una messa per ricordare il 59°anniversario dell’eccidio di Kindu, dove l’11 novembre 1961 vennero assassinati 13 aviatori dell’Aeronautica militare appartenenti alla 46ma Brigata aerea, durante una tra le prime missioni cui l’Italia partecipava sotto le insegne Onu. La funzione religiosa, svoltasi nel rispetto delle norme anti Covid-19, è stata presieduta da don Francesco Capolupo, cappellano militare della 46ma Brigata aerea, ed erano presenti il generale Alessandro De Lorenzo, comandante della Brigata, e una rappresentanza del personale della base e di alcuni familiari degli aviatori insigniti di Medaglia d’oro al valor militare.

Tre i concetti chiave espressi dal cappellano nell’omelia: “il sacrificio dei 13 aviatori di Kindu è paragonabile ad un martirio, poiché sono stati uccisi dopo essere stati strappati dai loro aerei per essere trucidati sotto l’immagine di Maria. Anche oggi siamo chiamati a staccarci dalle nostre quotidiane attività per uscire a testimoniare che il Sangue di Cristo ha vinto la morte e il dolore”. Don Franceso ha poi aggiunto: “oggi non celebriamo soltanto il ricordo di questi 13 fratelli ma la loro memoria ossia l’esperienza di amore e libertà che nasce dal sacrificio, anche estremo che consiste nel donare la vita”. Da ultimo ribadiva: “questa memoria diventa testimonianza e se abbiamo visto che è possibile vivere in maniera abbondante e grata il dono del sacrificio, inevitabilmente siamo plasmati da questo nuovo sguardo che ci spinge a portare al mondo questo Amore”.

“La nostra storia è segnata da pagine liete e pagine, funeste come quella di Kindu. Funeste, ma non vane: quello che sappiamo fare oggi, le nostre capacità e la nostra generosità, è stato appreso e costruito generazione dopo generazione, con forza di volontà e spirito di servizio verso la Patria, anche a costo della propria vita”, le parole del generale De Lorenzo dopo la deposizione della corona in segno di omaggio ai caduti e l’abbraccio simbolico ai loro familiari, come riportato sul sito dell’Aeronautica militare, “È un lascito prezioso, ed è per questo che oggi siamo qui, per onorare la memoria e per rivolgere un caldo, affettuoso, sentito e doveroso pensiero ai tredici, e a tutti i nostri caduti”.