(03-12-2022) Giovedì 1° dicembre, presso l’Aula Magna del Comando Genio, nella città militare della Cecchignola a Roma, si è tenuto il secondo incontro della “Scuola di preghiera” guidato dall’Ordinario Militare Mons. Santo Marcianò. Un momento di particolare grazia vissuto in uno spirito di sincera familiarità e di autentica condivisione.
La catechesi introduttiva ha avuto per tema “la fretta”, partendo dall’espressione evangelica: “Maria si alzò e andò in fretta” ( Lc. 1,39). L’Arcivescovo ha distinto una fretta negativa che ruota intorno all’avere, al potere ed all’apparire, ed una fretta positiva, che è contraltare della precedente, e che trova il nucleo della sua dinamicità nel donare, nel servire, nell’essere. La fretta positiva è proprio quella che caratterizza Maria, la madre del Signore. L’Avvento da poco iniziato ci presenta subito la figura di Maria, la “Mamma” come ci ha insegnato a chiamarla amabilmente l’Ordinario nello scorso Pellegrinaggio Militare a Lourdes, e come ha desiderato insegnare ancora ieri ai più di quattrocento militari convenuti. Ella, Maria, ha vissuto nel cuore l’ardente Amore di Dio e proprio quell’Amore è stato il motore della sua intera vita e di ogni sua azione. Se a Maria fosse stata posta la domanda che l’Ordinario ha lasciato ai militari in chiusura della catechesi: “Per chi sono io?”, Maria avrebbe risposto: “Io sono tutta per il Signore”, infatti ogni frase del Magnificat vibra di questa sublime verità.
“Anima mea Magnificat Dominum”, è, peraltro, l’espressione mariana che il nostro Arcivescovo ha scelto come guida e sintesi della sua intera azione pastorale. Maria, ha ribadito l’Ordinario, dopo aver ricevuto l’annuncio che ha cambiato la storia, ricolma di Spirito Santo, si mette in cammino, entra in azione e “in fretta ” si pone al servizio dell’anziana cugina Elisabetta. Questa dinamicità del cuore, questo “scatto” è dettato non da un ordine o da un comando di disciplina – così come ai militari può suonare il verbo “scattare” – ma si tratta di uno slancio d’incontenibile urgenza del cuore che tende al servizio, al servizio per l’Amore e nell’Amore. L’adorazione eucaristica, seguita alla catechesi, si è svolta in un clima di toccante raccoglimento e di fervente preghiera. Durante questo momento molti militari hanno anche desiderato accostarsi al sacramento della riconciliazione.
La serata si è conclusa con un lieto momento di comunione in cui tutti i militari presenti, provenienti da diversi luoghi ed appartenenti a differenti forze armate, hanno condiviso la cena preparata con fraterna premura dai seminaristi della Scuola Allievi Cappellani.
Al termine d’un evento fatto d’incontri e di preghiera risuona, nel cuore di un seminarista, una domanda: Cosa può insegnare una piccola fanciulla della Palestina di venti secoli fa ad un militare del nostro tempo, coinvolto com’è in un mondo che, pur rimanendo bello, assorbe e frastorna, confonde, propone la fretta dall’avere, del potere, dell’apparire? Ma, pensandoci su, la risposta a questa domanda è stata ben delineata nella catechesi dell’Ordinario: Maria può insegnare ad un giovane militare di oggi a vivere nel dinamismo dell’Amore che si dona, a servire appassionatamente e con slancio, ad essere Verità e non apparenza. Quella fanciulla di Nazareth ha da dire ad un militare che obbedire non significa meramente eseguire un ordine, ma superare l’ordine con la generosità del cuore, di un cuore che ha imparato a farsi dono dopo aver saputo accogliere Il Dono, cioè la stessa persona di Gesù, proprio come ha fatto Lei.
Raimondo La Valle