Gli Ordinari militari d’Europa a Vilnius

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(14-07-2023) “Vogliamo accompagnare questo vertice dei capi di Stato, membri della NATO, con la preghiera perché le loro scelte siano orientate al bene comune, si lavori per la promozione umana, si impegnino per mettere fine ai conflitti e per garantire la pace”. Così l’arcivescovo di Vilnius, Gintaras Grušas, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, all’incontro degli Ordinari militari d’Europa, promosso dallo stesso organismo, tenutosi dal 10 al 12 luglio presso la Domus Mariae nella capitale lituana. Il tema, “La cura pastorale dei militari e le scelte pastorali nell’attuale contesto europeo”, ha fornito l’opportunità ai vescovi castrensi di un fraterno scambio di esperienze e opinioni, un proficuo confronto finalizzato ad indirizzi di azione comuni nell’attuale scenario europeo, con particolare attenzione al drammatico conflitto ucraino-russo. Nell’introduzione ai lavori Grušas, che è anche ordinario militare per la Lituania, ha precisato che l’appuntamento ora avviato “avrà cadenza biennale”.

Durante la prima sessione dei lavori, il responsabile dei cappellani ucraini, P. Andrij Zelenskyy SJ, affrontando “il ruolo dei cappellani durante la guerra”, sulla base della sua esperienza ha sostenuto: “In questo contesto la funzione del cappellano è quella di essere presente sul campo accompagnando i militari per la cura dello spirito, con l’amministrazione dei sacramenti anche in trincea, con la preghiera nei piccoli gruppi, con il sostegno e la consolazione”.

L’arcivescovo di Sarajevo e ordinario militare della Bosnia ed Erzegovina, Tomo Vukšić, ha poi invece delineato il servizio dei cappellani nelle zone e nelle situazioni post-belliche, a partire dall’esperienza vissuta nella guerra dell’ex Jugoslavia, in un contesto multietnico, multireligioso e multiculturale.

La relazione portante, nell’ultima sessione, su “La pastorale nel mondo militare tra sfide ed opportunità” è stata affidata all’ordinario militare per l’Italia Santo Marcianò. “Per i cristiani l’impegno militare è un servizio, un vero e proprio ‘ministero’, che richiede l’eroismo e il coraggio della pace”. Uno dei passaggi centrali dell’intervento. Il presule ha poi aggiunto: “Credo sia qui il cuore del nostro compito, aiutato dai valori che il mondo militare porta con sé: essere consapevoli che i militari non sono soltanto persone alle quali offriamo un servizio ma una famiglia, una comunità, una porzione di Chiesa ‘a servizio’ del mondo”.

In questo contesto, e nell’orizzonte sinodale a cui è chiamata tutta la Chiesa, Marcianò ha individuato alcune opportunità per la pastorale nel mondo militare valide per tutti: la ricchezza dei giovani e dell’educazione, il respiro ecumenico e il dialogo interreligioso, migrazioni e accoglienza, la preghiera per la pace, la pastorale d’ambiente e l’accompagnamento spirituale.

Molti i momenti di preghiera che hanno accompagnato l’incontro: nella cappella della Porta dell’Aurora, così come nella cattedrale di Vilnius e nel santuario della Divina Misericordia, i vescovi e i rappresentanti degli Ordinariati militari d’Europa hanno pregato in modo particolare per la pace in Ucraina. (Avvenire)